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Milan, Leao: “Per essere un top devo migliorare nel tiro. Su Ibrahimovic…”

Emiliano Guadagnoli Redattore 
Rafael Leao, numero 10 del Milan, è stato intervistato in esclusiva da Fabrizio Romano per Sport.xyz. Le sue parole su Ibra e non solo

Rafael Leao, numero 10 del Milan, è stato intervistato in esclusiva da Fabrizio Romano per Sport.xyz. Una lunga chiacchierata anche molto interessante. Il portoghese, infatti, ha parlato del suo modo di giocare, di cosa deve migliorare e anche dell'importanza di Ibrahimovic. Ecco le sue parole.

Milan, Leao si racconta. Tra gioco e cosa migliorare

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"Sono un giocatore giovane e conosco tanti ragazzi che vogliono divertirsi col calcio e sognano di diventare calciatori professionisti. Quindi ho pensato di fare alcuni video per aiutarli con allenamenti, tiro, skill, piccole cose. Possono guardare e crescere. Dribbling? Istinto e giocare in strada. Guardare i miei idoli come Ronaldinho e Cristiano Ronaldo. Quando era ragazzo pensavo a crescere sul tiro. Mi sento un attaccante. Devi essere concentrato e freddo in certe occasioni. Penso sia una cosa in cui devo ancora crescere".

Leao su Ronaldo e la svolta in carriera

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Quando ha scoperto come migliorare il suo talento: "Penso tra i sedici e i diciassette anni perché prima ero allo Sporting Lisbona e vedevo alcuni dei miei compagni giocare di più di me. Pensavo tra me: 'Perché non gioco?'. Due anni dopo uno dei coach venne da me e mi parlò dicendomi 'Rafa puoi diventare quello che vuoi. Resta concentrato, ti aiuterò'. In quel momento mi ha davvero aiutato molto. Da lì ho iniziato a crescere".

Su Cristiano Ronaldo: "Non penso sia una questione di talento, ma di mentalità. Come prepari la partita in allenamento, in settimana. Un piacere giocare con lui. Per noi giovani è un piacere averlo con noi, è un esempio per tutti".


Leao e il rapporto con i tifosi del Milan. E su Ibrahimovic...

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Sulla relazione con i tifosi del Milan: "Quando sono arrivato le mie prime partite non sono state troppo buone per le mie qualità, ma ho sentito subito il supporto. Quando sono arrivato il coach non mi ha messo in campo in alcune gare, per me è stato difficile. Sapevo che una volta arrivato al Milan, c'erano tanti giocatori di qualità e io ero giovane. Nella mia testa pensavo resta concentrato impara ogni giorno e aspetta per la tua opportunità. Pensavo che loro sapessero cosa potessi fare. Ma sapevo che dovevo spingere di più. Il Milan è un club storico ha vinto tante Champions League, sono passati tanti campioni e leggende. Dovevo dimostrarli non solo il talento, ma anche la passione".

Su qualcosa che vuole ancora migliorare: "Penso la finalizzazione. Posso segnare altri gol. Per essere al top deve segnare ed essere più deciso davanti alla porta".

Su Ibrahimovic: "Durante l'allenamento mi ha aiutato con cose 'piccole': il controllo del pallone, i passaggi. Prima dopo un dribbling riuscivo a fare un passaggio semplice. Mi aiutato ad essere più concentrato davanti al portiere, nel passare la palla e nel tirare bene. Mentalità e concentrazione. Sapevo che se fossi concentrato in gara, potevo fare la differenza. Qualche volta sono stato nervoso e lui non smetteva mai di parlarmi dicendomi 'Rafa rimani concentrato. Arriverà il momento. Continua'. Quando hai un compagno così ti mette a tuo agio e ti dà la consapevolezza. Ha fatto la differenza".

Rafa sul Milan e una cuoriosità su Cancelo

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Sulle altre passioni oltre il calcio: "Sta nel tempismo. Se si gioca di sabato di certo non di venerdì o giovedì non mi metto a fare altro, ad esempio qualcosa sulla musica, perché il focus deve essere il campo. Invece quando l’allenatore ad esempio ci lascia due giorni liberi posso fare quello che voglio. A volte in campo non va bene così mi metto a scrivere su come mi sento, sulla mia vita e inizio con la musica. È un hobby, ma anche un posto dove andare per essere nel mio mondo, più Rafa e meno Leao".

Cosh'ha il Milan di diverso dagli altri club? "Tutto. Stadio, tifosi, passione, la città. Tutto, tante cose".

La curiosità su Cancelo: "Ero in nazionale, stavo parlando con Cancelo. Ha giocato per l’Inter e mi diceva: 'Mi piace il Milan, è un bel club. Quando giocavo allo stadio contro di loro sentivo il tifo e da piccolo mi piaceva molto come squadra'. Allora gli ho detto: 'Vieni'. Mi ha detto che sarebbe stato difficile, era al Manchester City. Ci ho provato. La nuova era al Milan si basa su giocatori giovani con grande talento, quindi… Cancelo è nel “mezzo”, sarebbe stato perfetto". LEGGI ANCHE: Calciomercato Milan - Sesko e Zirkzee, obiettivi complicati. Le ultime


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