Su come nasce la passione per la musica: "Ce l'ho da sempre, grazie a mio papà, a mio zio che era dj, quindi la musica è stata sempre vicina a me. Ha cominciato a provare a cantare durane la quarantena. Sono stato un mese a casa, è stato buono per me visto che sono una persona che non parla molto. Ho iniziato a scrivere della mia vita, della mia famiglia".
Sui temi che mette nelle canzoni: "Semplice, mai arrendersi. Cinque anni fa ero un bambino, oggi sono un giocatore importante, gioco in uno dei migliori club del mondo".
Sul suo esordio nello Sporting Lisbona: "Stavo facendo bene in Primavera, poi ho iniziato a fare allenamenti con la Prima Squadra. L'allenatore Jorge Jesus non prendeva normalmente giocatori giovani con lui. Pensavo: 'Qui sarà difficile arrivare in Prima Squadra e a giocare da professionista'. Ho cominciato ad allenarmi. Lui mi è sempre stato vicino, mi ha dato consigli. Poi mi ha convocato e portato in panchina contro il Porto. Sono andato a scaldarmi, lui mi fa 'Alzati che devi entrare'. Avevo 18 anni, non me l'aspettavo, non ero pronto. Prima di entrare nella mia testa mi sono detto 'Ora o mai più'. Sono entrato, abbiamo perso ma ha fatto gol. Li ho sentito che avrei potuto fare qualcosa di importante. Sono stato infortunato però sapevo che potevo fare qualcosa di importante. Lui mi ha dato fiducia e gli ho fatto vedere che c'ero".
Sul suo passaggio al Lille: "Un momento difficile in Francia. Una nuova lingua, un campionato diverso. Sono arrivato a parametro zero. C'erano lì delle persone che parlavano portoghese, come Luis Campos e il secondo allenatore. Però sono stato cinque mesi in panchina. Lì allora sono cominciati i pensieri che forse non era stata la migliore scelta andare in Francia. Ero troppo giovane, non vedevo mamma e papà tutti i giorni, abitavo da solo. Quello mi ha fatto crescere. Forse se fossi rimasto in Portogallo non sarei stato il giocatore che sono oggi a 24 anni".
Sul gol di Jan-Carlo Simic: "Una sensazione incedibile! Come se avessi segnato io il mio primo gol con il Milan. Lui è un ragazzo bravo che ascolta i consigli. Ma anche gli altri della stessa età, come Francesco Camarda. Devono lavorare. Quando hanno l'opportunità di farsi vedere e dare il massimo, l'importane è farsi trovare pronti. Lui è pronto".
Leao: "Ecco con chi mi schiero in una Top 11 mondiale"
—Leao sul rispetto che i compagni del Milan hanno per lui: "Sapere quello che i miei compagni si aspettano da me in campo mi dà motivazione in campo per fare la differenza e mi spinge a dare il massimo".
Ancora Leao sulla fascia di capitano in Milan-Verona: "Quella settimana era un momento un po' così. Abbiamo avuto un meeting prima della partita, il mister fa 'Mancano Davide Calabria e Theo Hernández, Rafa sarà capitano". Non me l'aspettavo, ma avevo la fiducia di tutti. Un orgoglio per me. Sono qui da tanto, il Milan mi ha aiutato ad essere un giocatore di livello anche senza la fascia di capitano. È una gioia giocare con la maglia del Milan. Spero di essere capitano più volte!".
Sul suo idolo: "Cristiano Ronaldo, che non indossa la numero 10 ma il 7. Se posso arrivare ai suoi livelli? Sì, ma non sono un giocatore egoista. Se posso fare gol, ok. Ma se posso, faccio un passaggio ad un compagno. Giocatori come Kylian Mbappé, Erling Haaland, Leo Messi, Cris ... i numeri parlano per loro. Quando però mi metterò in testa questa cosa posso arrivare a quel livello lì".
Se è da Top 11 mondiale: "Sì, sto facendo bene. So che posso competere con gli altri campioni. So anche che ci sono giocatori della mia età a livello più alto di me, però posso starci. Scelgo un 4-3-3: in porta Maignan. In difesa Cancelo, Rúben Dias, Thiago Silva e Theo. In mezzo Bellingham, De Bruyne e Modric. Davanti Vinícius con me e Mbappé".
Leao sui tifosi del Milan: "Quando sono arrivato qui nessuno parlava di me, oggi sono - posso dirlo - un loro idolo. Grazie a loro anche, perché mi hanno messo pressione, ma buona pressione. Loro ogni partita potevamo vedere qualcosa di diverso e mi hanno messo quella pressione del tipo 'dai, muoviti, lo sai fare'. Quindi volevo ringraziare tutti i tifosi perché senza di loro non sarei il giocatore che sono".
Sulla gonna indossata di recente agli Awards: "Personalità. Mia madre non era molto convinta, era qui a Milano. 'Perché hai indossato una gonna'? Lo vedrai, le ho risposto. Ne hanno parlato tutti".
Sul provare nuove cose: "Io sono una persona a cui piace provare tante cose, se guardo un quadro per esempio vado a provare a dipingere. Per adesso calcio, musica e moda mi piacciono tanto. Tre modi di esprimermi". LEGGI ANCHE: Curva Sud Milan, le 5 coreografie più belle del 2023 >>>
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