Sui tifosi: "Quando sono arrivato qua nessuno parlava di me e oggi sono un idolo. Grazie e a loro, perché mi hanno messo pressione, una pressione positiva. Mi hanno dato forza. Li ringrazio, perché senza di loro non sarei il giocatore che sono oggi".
Sul suo modo di giocare: "Io non sono un giocatore egoista, se posso fare gol e c'è un mio compagno libero, la passo".
Sul livello da raggiungere: "In questo momento i numeri fanno la differenza, Mappé, Messi, Haaland e Ronaldo sono di un altro livello. I numeri parlano per loro. Quando metterò questa cosa nella mia testa arriverò al loro livello".
Sul numero 10: "C'era la possibilità di prendere la numero 7, numero che a me piace, però l'aveva già preso Adli, la 9 Giroud, l'11 Pulisic e ho detto 'prendo la 10'. È un numero che mi piace, quando ero piccolo i giocatori importanti indossavano questo numero, ricordo Seedorf. Il mio idolo è Ronaldo, lui indossa la numero 7, però il numero 10 è quel giocatore che ha qualcosa in più, porta la squadra in avanti e ho pensato che fosse il mento giusto per prendere questa maglia".
Su Simic: "Io sono cresciuto allo Sporting, lui, invece, la formazione l'ha fatta in Primavera. Quando ha segnato è stata un'emozione incredibile, come se avessi fatto io gol, il primo gol con il Milan. È un ragazzo bravo, ascolta i consigli e lavora tutti i giorni al 100%. Secondo me non ci sono tante persone che hanno l'opportunità di giocare e fare gol a San Siro alla sua età. Ha qualcosa in più rispetto agli altri. Come lui, anche i compagni che stanno venendo in Serie A, come ad esempio Camarda. A quell'età devi lavorare e quando hai l'opportunità devi sfruttarla al massimo; è difficile, ma sei ad uno step dall'arrivo.
Su Ibrahimovic: "Quando facevo buone partite lui non diceva niente, mentre quando sbagliavo un passaggio o facevo brutte partite arrivava da me. È una pressione buona perché era un mio compagno e anche un mister. Se ti parla e ti dice come fare è perché ti vuole bene. I suoi consigli mi hanno aiutato e il suo ritorno mi aiuterà ancora di più perché è una persona importante per tutti noi del Milan. Quando è arrivato la squadra aveva la testa bassa, ha portato una mentalità vincente. Con lui ogni partita era una finale. Il fattore importante è proprio la sua mentalità".
Sulla sua seconda passione: "Mio papà era un cantante, mio zio era un DJ, quindi la musica è sempre stata vicina a me. In Francia i miei genitori erano sempre con me, quindi la musica era di compagnia. Ho incominciato a provare a cantare in quarantena, quando siamo stati un mese a casa. Facevamo allenamento la mattina in videochiamata, di pomeriggio non avevo nulla da fare. Perciò ho detto 'compro un paio di cose e vediamo che succede'. È stata una cosa positiva per me, perché sono una persona che non parla molto; ho iniziato a scrivere qualcosa sulla mia vita, sui momenti difficili e sulla mia famiglia. La musica è una delle mie passioni, un modo per esprimermi: nel calcio mi esprimo con il sorriso, nella musica con le parole che faccio sentire agli altri".
"Il calcio per me è entrare in campo con il sorriso, sfruttare ogni momento con la palla, giocare a San Siro e indossare la maglia del Milan" ha concluso. LEGGI ANCHE: Mercato Milan: difensore, svelato un nome sul taccuino di Moncada >>>
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