Il centrocampista del Lecce Alexis Blin ha parlato a Radio Serie A. Tra le sue parole la sfida con il Milan ed un pensiero su Rafael Leao
Alexis Blin, centrocampista del Lecce, si è concesso ai microfoni di Radio Serie A e ha toccato diverse tematiche, tra cui la sfida con il Milan, valida per il 31° turno di Serie A, in programma domani pomeriggio alle ore 15:00 a San Siro .
Sul momento e sul Milan: "Siamo messi bene e sabato ci aspetta una bella partita a Milano che stiamo preparando per affrontare al meglio l'avversario. Con la Roma meritavamo di più, ma questo è solo uno stimolo per continuare a lavorare e a crescere. A Salerno abbiamo portato a casa una vittoria importantissima e la sosta per le nazionali ci ha permesso di focalizzarci e di fare un lavoro più mirato per crescere. La salvezza non è sicura e noi rimaniamo concentrati su quello che c'è da fare, tenendo alto lo spirito. Io sono sicuro che se giocheremo come sappiamo fare, la salvezza arriverà. Dobbiamo fare risultati anche in trasferta perché in casa sappiamo di avere il sostegno dei tifosi che ci spingono e caricano, ed è come avere un uomo in più. Tra novembre e dicembre siamo stati un po' in difficoltà, ma dobbiamo essere sempre pronti a vivere sia i momenti facili, come ad inizio campionato, che i momenti difficili nei quali serve avere la forza per poter ripartire e rialzarsi. Pensiamo partita dopo partita".
Su Mister Gotti: "Il cambio di allenatore ha portato serenità, mentalità e gioco; questo si è visto già a Salerno, nonostante abbiamo sofferto un po', a Roma si è visto ancor di più. Mister Gotti ha cercato di mettere ogni giocatore nella sua posizione naturale cercando di esaltare le caratteristiche di ognuno di noi. Per noi è fondamentale capire la lettura dell'allenatore ed essere sempre a sua disposizione per poter aiutare la squadra".
Sul lavoro personale: "Il lavoro con il Mental Coach, che sto facendo da anni, è stato ed è molto importante. A volte pensare troppo fa sì che non si giochi al meglio e in modo rilassato, ma grazie a lui ho capito come affrontare al meglio le partite e soprattutto che non c'è solo il calcio. Quando ero più giovane dedicavo interamente le mie giornate al pallone, la mia vita ruotava intorno a quello; lui mi ha aiutato a ricordarmi che c'è anche altro. Ho lavorato tanto sull'approccio alla singola gara; gioco molto più libero di testa e non mi faccio tante domande prima di scendere in campo. Vorrei segnare di più e essere più impattante in fase offensiva".