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Lentini: “Lo scudetto col Milan, Capello e l’incidente: vi dico tutto”

Gianluigi Lentini, ex attaccante del Milan (getty images)
Gianluigi Lentini, ex calciatore rossonero, ha rilasciato una lunga intervista sul suo passato al Milan e non solo
Fabio Barera Redattore 

Gianluigi Lentini, ex calciatore rossonero, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del quotidiano 'la Repubblica', soffermandosi sulla sua parentesi al Milan e sull'incidente di cui è stato vittima. Ecco, dunque, tutte le sue parole.

Lentini: "Il primo scudetto con il Milan fu bellissimo"

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Lentini, com’è la vita a 54 anni? "Ho riscoperto il calcio dopo esserne stato lontano per tanto tempo. Faccio scouting in Piemonte per il Monza del dottor Galliani, che mi è stato sempre vicino. Mi piace andare a vedere le partite dei ragazzini, cercare se c’è tra loro qualche perla nascosta".


Tanti calciatori della sua epoca sono diventati opinionisti, oppure allenatori o dirigenti. Lei è sparito: "Del calcio mi è sempre piaciuto il campo, il resto no. Non mi sono preparato al dopo perché non faceva parte di me. Non amo chiacchierare, dire la mia su tutto. Mi tengo la mia vita da persona normale, cerco di restare in forma in palestra. Non mi piacciono le cose stravaganti. A fine carriera avevo continuato a giocare un po’ con i dilettanti, poi ho avuto un incidente in moto e mi sono fatto male al ginocchio: finito".

Il Milan la deluse? "Ma no, il primo scudetto fu bellissimo. Purtroppo, quella sera in macchina cambiò tutto, però è già tanto non essere morto. Sono vivo, vegeto e lucido e mi basta così. Per cui, dico grazie alla sorte".

Cosa ricorda di quei giorni? "Sono stato in coma, e quando mi sono risvegliato parlavo come un bambino. I giorni passavano, io recuperavo con fatica, ero rallentato e non me ne accorgevo. La lentezza l’avevo anche quando tornai in campo, mi servì del tempo ma diventai di nuovo fortissimo, anche se ormai c’era quel luogo comune: “Lentini non è più lui”. Fesserie".

Davvero dentro di lei non era cambiato niente? "Veramente, qualcosa sì: avevo perso la voglia di lottare. Mi scoraggiai tantissimo quando Capello mi escluse dalla finale di Coppa dei Campioni del ’95 a Vienna, tra Milan e Ajax. Stavo benone e fu un colpo molto duro, un bivio. Posso dire che la mia carriera sia finita quel giorno". LEGGI ANCHE: Milan, a giorni l'annuncio del ritorno di Ibrahhimovic | PM News >>>

 

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