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Milan, Leonardo: “Galliani il più grande dirigente nel calcio. Sull’Inter…”

Galliani Leonardo Milan
Leonardo, ex allenatore del Milan, si è raccontato in una lunga intervista a Globo Esporte. Ecco le sue dichiarazioni anche su Galliani

Leonardo, ex allenatore del Milan, si è raccontato in una lunga intervista a Globo Esporte. Ecco le sue parole tradotte da gianlucadimarzio.com

Su Galliani: "Ero a Milano. Mi piaceva vivere il club, vedere come funzionavano le cose. Ma è stato il rapporto con Galliani a portarmi a fare questo passaggio. Dopo quella partita con Tab Ramos, lui mi dice: “Fai una cosa, Leo, inizia ad andare alle mie riunioni, inizia ad andare al marketing, inizia a vedere tutto”. Conoscevo tutti e così mi sono tuffato. Mentre giocavo partecipavo alle riunioni e così via, il pomeriggio andavo agli incontri insieme a lui. Se Galliani mi ha fatto ritirare? Lo ero già, nella mia testa ero già in pensione a 32 anni. Sono rimasto con lui per sei anni. Dal 2003 al 2009. Per me è stata un'università, perché stavo a guardare tutto ciò che accadeva a tutti i livelli dirigenziali del club, ma senza la responsabilità della decisione. Prendiamo Kaká, Pato, Thiago Silva... In quel periodo partecipammo a tre finali di Champions League, con due vittorie... Nel 2003 il Milan vinse ai rigori contro la Juventus, a Manchester. Nel 2005 perse contro il Liverpool, a Istanbul, per poi vincere nel 2007 contro lo stesso Liverpool, ad Atene. Era una scuola. Una persona, Galliani, che ha una visione a 360 gradi di tutto. Sa tutto del calcio. Per me è stato il più grande dirigente che abbia mai visto nel calcio e una persona che amo ancora oggi".


Sul passaggio dal Milan all'Inter: "Questa è una storia diversa. Infatti ho lasciato il Milan nel 2010 e mi fermo. E non perché avessi qualcos'altro. È stata una di quelle pause della carriera. Avevo un rapporto molto forte con Massimo Moratti, presidente dell'Inter. I rapporti familiari, i figli, i brasiliani che giocavano nell'Inter hanno finito per avvicinare anche me. Lui mi ha chiamato a dicembre, a Natale. Aveva scherzato con me diverse volte prima e io dicevo sempre “No, non posso”. Ci siamo incontrati all'una di notte a casa sua. E in quella conversazione non c'era modo di rifiutare. Ho sempre agito d'istinto e lì, per ragione o emozione, mi sono lasciato coinvolgere nella sua causa". E sulla reazione dei tifosi rossoneri: "Molto, molto complicato. Non mi aspettavo nemmeno che fosse così complicato perché Ronaldo aveva giocato in entrambi, ma anche Ibrahimovic e Baggio. Io non sono né Ronaldo, né Baggio, né Ibrahimovic. A differenza di quelle grandi stelle, il mio rapporto con il Milan era più profondo, ero al centro del club. Il derby è stato molto pesante, molto forte e anche la quotidianità. Ci sono stati episodi in strada, minacce? Molti, diversi, ma non importa. Questa esperienza deve valere come una cosa positiva, perché ricordo anche quello che disse il presidente Moratti: “Cavolo Leo, tutta questa mobilitazione per un solo ragazzo, mi sembrava una bella cosa”. E' un genio, un uomo geniale".

Su Berlusconi: "Ho avuto alcuni problemi con lui. Ho lasciato il Milan per quel disaccordo, ma credo che per lui fosse un momento difficile. Era Primo Ministro italiano, penso che stessero accadendo molte cose in quel momento. Lascio anche perché sono stati 13 anni in quel club, ci sono cicli che finiscono. Ma rimane una persona che ha rivoluzionato il calcio, ha rivoluzionato il Milan. Come imprenditore ha fatto tutto. Una storia incredibile". Sull'esperienza sulla panchina del Milan: "Dopo sei anni da dirigente, Galliani mi chiese di diventare l'allenatore della squadra, cosa che non volevo perché non mi vedevo come un allenatore. Era un anno difficile, dopo queste tre finali di Champions League, con in mezzo l'Italia campione del mondo, era un ciclo che si chiudeva. Gattuso, Ambrosini, Pirlo, Nesta, Zambrotta, Inzaghi, Pato, Ronaldinho, Dida in porta. L’anno successivo ci qualificammo per la Champions League, che era già un traguardo. Alla fine abbiamo perso contro il Manchester United, ma è stato un anno super positivo e in alcuni momenti la squadra ha brillato". LEGGI ANCHE: Calciomercato Milan, per il vice-Theo ecco l'idea di Pellegatti

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