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Milan, lo storico dottore Melegati: “Cassano, Seedorf e Galliani: vi dico tutto”

Milan, lo storico dottore Melegati: 'Cassano, Seedorf e Galliani: vi dico tutto'
Gianluca Melegati, storico medico del Milan, ha rilasciato una lunga intervista soffermandosi su alcuni interessanti aneddoti
Fabio Barera Redattore 

Gianluca Melegati, storico medico del Milan, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista ai microfoni del quotidiano 'Il Corriere della Sera', nell'edizione in edicola questa mattina, soffermandosi in modo particolare su alcuni aneddoti relativi alla sua esperienza in rossonero. Ecco, dunque, un estratto delle sue parole.

Milan, il dottor Melegati: "Vi racconto il primo incontro con Galliani"

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Sulla gioia più grande: «La vittoria dello scudetto come medico del Milan».

Sul rapporto con Adriano Galliani: «Ero qui in studio, la segretaria mi avverte che in sala d’attesa c’è Adriano Galliani. Entra, si siede, estrae una penna d’oro con il simbolo del Milan e mi dice: 'Lei deve venire a dirigere il nostro staff medico, è considerato molto bravo e gode di buona stampa'. Si riferiva a un’intervista in cui Nick Mallet, allenatore della nazionale di rugby italiana, dopo che aveva guidato quella sudafricana, aveva detto che non aveva mai avuto un team medico migliore in tutta la sua carriera. Lasciai il rugby con grande dispiacere, ma Milanello è un posto incredibile».


"Van Bommel l'unico a togliersi le scarpe in palestra"

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Sull'esperienza al Milan: "Il calcio è proprio un mondo a parte. I giocatori non toccano neanche le borse, gliele portano i magazzinieri, loro si muovono soltanto con i necessaire griffati. Entrano in palestra con le scarpe a tacchetti sporche di fango, l’unico che se le toglieva era l’olandese Mark Van Bommel. Ma ho avuto la fortuna di incontrare giocatori e uomini straordinari, per personalità e professionalità».

Su Antonio Cassano: «La sera prima di una partita in trasferta, credo a Lecce, durante la cena, chiama platealmente il cameriere per ordinare una bottiglia di vino. Cala il silenzio nella sala. Io sono al tavolo accanto, con i dirigenti e l’allenatore. Nessuno interviene, quindi mi alzo io, mi avvicino e sottovoce cerco di convincerlo a evitare. E allora lui, sempre a voce altissima e con i suoi modi guasconi: 'Ok, Doc, se me lo chiedi tu così, allora va bene'. Richiama il cameriere e gli dice di non portare il vino».

«Quando il pullman passa sul luogo della strage di Capaci, lui intrattiene i compagni su quella tragedia, con dovizia di particolari. E continua anche l’indomani mattina, durante la sgambata sulla spiaggia. Il mister Allegri, che lo vede parlare animatamente, chiede sorridendo: 'Ma cosa sta raccontando Antonio?'. Intervengo io: 'Sta facendo da Cicerone'. Lui si fa subito serio e viene verso di me con il volto accigliato: 'Doc, come ti permetti? Cicerone a chi?'. Credeva fosse una definizione offensiva, ma quando ha capito è scoppiato a ridere anche lui».

Milan, Melegati: "Seedorf rimaneva fino all'ultimo ad allenarsi"

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Su Clarence Seedorf: «Allegri convoca una riunione che definisce importante, l’appuntamento è alle 11. Alle 10.50 siamo già tutti radunati, i giocatori e noi dello staff. Il mister arriva alle 10.55, manca solo Clarence, è in palestra a finire la sua serie di esercizi. 'Andate a chiamarlo', ordina Allegri. Un compagno va, ma Seedorf non smette i suoi lavori e replica seccato: 'La riunione è alle 11'. Il compagno torna imbarazzato, c’è tensione. Alle 10.58 Seedorf compare sulla soglia dello spogliatoio, fermo. Aspetta le 10.59 e 55 secondi, quindi entra». LEGGI ANCHE: Pellegatti lancia la bomba: "Allenatore? Si punta forte su Fabregas! I contatti...">>>

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