"Ha combattuto per noi, per i miei fratelli e le mie sorelle, ha viaggiato per noi, ad Haiti, in Guyana - ha proseguito Maignan -. Una volta arrivati in Francia, non avevamo ancora una casa: vivevamo con gli zii, in condizioni non facili. Quando siamo arrivati a Villiers-le-Bel, ogni mattina alle 4:00 mi accompagnava da una signora per accompagnarmi a scuola e sorvegliarmi per tutta la giornata. Prendeva il treno alle 5.30 per andare a Ville-d’Avray e cercare qualcosa da mangiare, tornava a prendermi la sera. Quando oggi le propongo: “Vuoi smettere di lavorare?”, lei risponde di no. È una prova di umiltà. Questo è quello che mi ha insegnato: l’umiltà viene da lei“.
Maignan, portiere del Milan, ha poi continuato: “Tutto ciò che di buono accade alla tua famiglia, e ancor di più a tua madre, è il tuo più grande orgoglio. Quando hai figli, ti sposi, tua sorella prende il diploma, tuo fratello si realizza, questi sono i momenti più importanti. Tutto quello che vedi là fuori, anche se abbiamo macchine e qualunque cosa vogliamo, non è orgoglio. Il nostro orgoglio è il successo della famiglia, il resto è quasi nulla. Possono vincere quattro Champions League, quattro Mondiali, i più grandi trofei del mio sport, ma se non ho reso orgogliosa mia madre, la mia famiglia, non me ne frega niente. Quello che voglio è rendere felice la mia famiglia: è la cosa più importante“, ha concluso 'Magic Mike'. Milan a un passo da Taremi: le ultime news >>>
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