- Calciomercato
- Redazione
L'intervista di Kevin-Prince Boateng (ex centrocampista AC Milan) a 'La Gazzetta dello Sport' sugli episodi di razzismo di cui è stato vittima Mike Maignan durante Udinese-Milan 2-3 (Serie A 2023-2024) | News (Getty Images)
Kevin-Prince Boateng, ex centrocampista del Milan per tre stagioni, dal 2010 al 2013 e, successivamente, dal gennaio al giugno 2016 (in totale, 114 partite e 18 reti), ha parlato a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola.
Tema, ovviamente, gli episodi di razzismo di cui è stato vittima Mike Maignan durante Udinese-Milan: successe anche a lui, come si ricorderà, il 3 gennaio 2013 in occasione dell'amichevole Pro Patria-Milan. 'KPB' interruppe la sua stessa azione, raccolse il pallone con le mani, lo scagliò verso il settore da cui stavano arrivando ululati vari, si levò la maglia e si diresse negli spogliatoi.
Oggi Boateng, classe 1987, ha dato l'addio al calcio giocato dopo l'ultima stagione in Germania, con l'Hertha Berlino ed è consulente personale di Gianni Infantino, Presidente della FIFA. Con lui, sta lavorando ad un progetto sulla salute mentale dei calciatori. Ecco cosa ha detto Boateng a proposito del razzismo nel mondo del calcio.
Sui pochi passi in avanti fatti rispetto a quell'episodio di Busto Arsizio: «Pochi? Direi zero. Se il portiere del Milan deve lasciare il campo significa che non è successo nulla».
Sulla soluzione che avrebbe lui per combattere il razzismo: «Occorre che più giocatori trovino il coraggio di Maignan. A parlare e a esporsi devono essere tutti, non sempre e solo quelli di colore. L’esclusione a vita di quel tifoso dallo stadio dell’Udinese decisa dal club è un gesto molto importante. Dopo di che, dico partita persa a tavolino al primo episodio. Senza aspettare gli annunci dello speaker».
Su Maignan: «Gli ho scritto due volte, è un ragazzo fenomenale. Lo posso aiutare, stiamo lavorando per cambiare le cose. Se lo vorrà, andrò a trovarlo a Milanello, perché ha bisogno di una mano. Anche se magari dice di stare bene, non sai mai come una persona poi reagisce nel suo intimo».
Sui social che non aiutano - eufemismo - nella lotta contro il razzismo: «Sono il terreno dell’odio. Chiunque può insultare in modo violento. Un giocatore nero che vede sotto il suo profilo la faccia di una scimmia va a casa e ci sta male. Non sono tutti forti come Zlatan Ibrahimović».
Su quanto può servire Ibra, in casa Milan, sul tema razzismo, visto che in passato anche a lui è successo spesso: «Ha esperienza e mentalità, avere uno come lui ti aiuta tantissimo. In generale, penso che in questo momento sia la figura più importante nel Milan: riesce ad essere un bel collante tra squadra, allenatore e società». LEGGI ANCHE: Mercato Milan, nomi e strategia di Moncada per rifare la difesa >>>
Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Milan senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Pianetamilan per scoprire tutte le news di giornata sui rossoneri in campionato e in Europa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA