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INTERVISTE MILAN

Messias: “Arrivato al Milan ho capito di essere nel calcio che conta”

Junior Messias AC Milan Milan-Atalanta 2-0 Serie A 2022-2023
Junior Messias, esterno d'attacco del Milan, ha rilasciato una lunga intervista in cui ha toccato tanti temi interessanti
Fabio Barera Redattore 

Junior Messias, esterno d'attacco del Milan, ha rilasciato una lunga intervuista al sito '90min Italia', nel format 'Pitch Moments'. Di seguito le sue parole.

Milan, le parole di Junior Messias

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Effetto di Milanello: "Quando ho visto lo stemma del Milan, mi sono reso conto di essere arrivato nel calcio che conta. Mi sono innamorato del Milan dei giocatori del grande Milan. Quando sono arrivato qui, ho incontrato Ibra, una leggenda del calcio, e ho capito che le cose erano cambiate".

Sulle prime parole di Ibra: "Eravamo a tavola a mangiare e mi ha detto "Ma tu parli poco? Bravo, devi parlare di meno e lavorare di più".

Sulla sua parabola: "Dico sempre che la mia storia è stata scritta con la mano di Dio. In alcuni periodi non ci credevo più. Invece ho iniziato nell'Eccellenza e sono arrivato in A".

Primo ricordo nel calcio: "In Brasile si impara in strada con gli amici. Avevamo una squadra di bambini, io mi allenavo con i più grandi: non trovato spazio e mi dicevo che il calcio non era per me".

Quando hai trovato la forza per continuare nel sogno: "Ho parlato con il pastore della Chiesa e gli ho detto che non volevo più giocare a calcio e volevo solo fare le cose di Dio. Da quel momento in poi si sono aperte tutte le porte: dopo 4 giorni mi ha chiamato Ezio Rossi per un provino".

Sull'offerta del Crotone e la B: "Non è stato facile. Quando ho parlato con mia moglie non sapevamo cosa avremmo trovato: non volevo accettare la proposta. Ma quando sono arrivato là ho trovato tutto bellissimo".

Primo gol in B: "E' stato un sollievo: in 6 mesi avevo fatto un campionato di alto livello ma non arrivava il gol. E' stato un sollievo e mi ha liberato l'anima. Sono corso dallo staff perchè loro mi dicevano ogni giorno che avrei segnato".

Come cambia lo spogliatoio di categoria in categoria: "Cambia tanto perché quando giochi per salvarti o per rimanere nella categoria, è diverso da quando giochi per vincere. Il salto più grande è stato dal Crotone al Milan: passi a fare un campionato di vertice e a giocare la Champions, sogno di ogni bambino. Lì sono cambiate completamente le ambizioni".

Sul gol in Champions all'Atletico: "Quel gol per me ha un significato importante. Mi erano venuti dubbi, se ero all'altezza del Milan: quel gol lì mi ha liberato un po' la mente. Quando arrivi al Milan c'è sempre qualcosina che ti fa pensare".

Com'è stato mentalmente l'arrivo al Milan: "Bisogna stare sempre tranquilli, sereni, lavorare. Quando lavori e dai il massimo, qualcosa viene fuori".

Un tuo pitch moment: "Un gol che ho fatto con il Gozzano, il primo, contro una squadra che era candidata a vincere il campionato, il Piacenza: sono partito dalla nostra area e ho fatto 70 metri con la palla al piede e al limite ho visto il portiere fuori e gli ho fatto un pallonetto. Uno dei gol migliori della mia carriera".

Vigilia dell'esordio in A: "Come tutte le partite. Cerco sempre di essere concentrato, di pensare a quello che abbiamo provato in allenamento".

Prima volta a San Siro: "Mi ricordo che è stato un momento significativo: ho una foto in cui mi fermo a centrocampo e guardo le tribune. Mi è venuto in mente Ronaldo il Fenomeno. Non avrei mai pensato che potesse diventare casa mia. San Siro è uno degli stadi con un'atmosfera diversa dalle altre".

Primo gol in A: "Ho pensato anche lì che sono arrivato anche qua e che non ho dovuto aspettare 6 mesi come in B".

Sulla vittoria scudetto: "Ho festeggiato tanto il giorno in cui abbiamo vinto lo Scudetto e infatti il giorno dopo non sono riuscito a salire sul pullman. La cosa che ho pensato subito è che avevo scritto una delle pagine più importanti della mia storia. Lo scudetto, la Serie A è uno dei migliori campionati al mondo: qualcosina ho fatto nella mia vita, ho qualcosa da raccontare ai miei figli, ai miei nipoti. Soprattutto con la maglia del Milan".

Che finale vorresti per la tua storia: "Il Mondiale con la Nazionale. Quello sarebbe il sogno completo ma so che sono un po' grande: la Selecao ha bisognon di rinnovare a aggiungere ragazzi giovani. Ogni volta che vedevo Ronaldo il Fenomeno fermavo tutto e andavo a vederlo".

Consiglio per un ragazzo delle serie inferiori: "Deve fare passo dopo passo, ci vuole sacrifico: c'è da imparare e crescere mentalmente. Ci vuole anche un po' di dono di Dio e talento". LEGGI ANCHE: Milan, il pareggio con la Cremonese riporta in voga il #PioliOut

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