"Mi è piaciuto: il primo anno era già titolare allo Strasburgo, in Ligue 1. Non ha fatto un percorso nel settore giovanile, eppure mi è bastato vedere come si allena. Sono arrivato a gennaio 2019 a Milano, e lui era osservato dai miei tempi al Monaco. E poi ho portato il mio database qui, lo abbiamo visto. Ha iniziato a giocare ogni partita in Ligue 1, e i club inglesi e tedeschi sono arrivati. È stato difficile. Lo abbiamo seguito fino a Monaco".
Sul database: "Sono informazioni e relazioni che durano da anni. Ti aiutano per vedere la crescita di un giocatore. Dobbiamo rimanere umili: magari un ragazzo non mi piace adesso, ma tra tre anni finalmente può piacerci. Dobbiamo sapere cambiare idea".
Su Leao: "L’avevo visto a Lisbona a 17 anni, come numero 10 e seconda punta. Era molto libero, interessante. Longilineo, tecnicamente super. Ha fatto gol con fiducia. Mi sono detto che dovevamo seguirlo, poi sono arrivati tutti gli osservatori e la Nazionale. Non sono il primo ad averlo visto. Vedere una partita così…me lo sono subito segnato. Abbiamo fatto una short-list, c’era bisogno di prendere un terzino sinistro. In quella lista c’era Leao, Malen, Marcus Thuram, al tempo al Guingamp. Questo tipo di profilo. Oggi i tre stanno facendo bene, ma immagina quattro/cinque anni fa. Era difficile. Leao giocava al Lille. Solo sei mesi da titolare e l’abbiamo portato a Milano. Non è facile. Siamo sempre molto duri con i giocatori, ma dobbiamo lasciare loro del tempo".
Milan, Moncada: "I ragazzi hanno la Playstation a Milanello"
—Sul creare un gruppo: "Dobbiamo lasciare spazio. Abbiamo anche tante nazionalità diverse, e dobbiamo fare gruppo. Devono spendere del tempo qui tra Playstation, ping pong e biliardo. Hanno tutto. Qui i ragazzi stanno bene, e si sfogano prima o dopo l’allenamento. A Milanello si mangia benissimo, meglio che in Francia!". LEGGI ANCHE: Milan-Juventus, le probabili formazioni: Fonseca sorprende in difesa
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