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Milan, Moncada: “Ibrahimovic, Leao e l’uso dell’algoritmo: vi svelo tutto”

Fabio Barera Redattore 
Geoffrey Moncada, direttore tecnico del Milan, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista toccando tanti temi interessanti

Geoffrey Moncada, direttore tecnico del Milan, ha rilasciato una lunga intervista a 'DAZN', all'ex calciatore Marco Parolo, nel format 'Un giorno con Geoffrey Moncada' toccando tanti temi interessanti. Ecco, dunque, tutte le sue parole.

Milan, Moncada a 360°: le verità su Leao, Fofana, Zlatan e l'algoritmo

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Sulla sua giornata: "Parcheggio veloce, vado subito in sala colazione e c’è un meeting con Zlatan e Kirovski. Cominciamo subito sulla settimana, parliamo di tutto quello che dobbiamo fare, di tutte le partite che abbiamo visto…Dopo guardiamo l’allenamento, parliamo con l’allenatore e lo staff. Parliamo con la comunicazione. Con Milan Futuro, un’altra squadra che abbiamo. Devi essere presente per loro tutti i giorni. Non ci sfoghiamo mai con i giochi, abbiamo troppo lavoro! I giocatori, invece, devono avere il loro spazio".

Sull’algoritmo: "Usiamo il database, che ci dice se un giocatore importante c’è da vedere. Prima in video con gli scout, per vedere qualcosa di interessante, e poi live. Prima dobbiamo conoscere il giocatore. Abbiamo 10 scout, 5 in Italia e 5 fuori. Su di loro abbiamo una metodologia di lavoro. Hanno una zona particolare da vedere: prima guardano in video tutta la settimana e a fine settimana vanno live per confermare o no. E dopo provo ad andare anche io. Dal vivo è diverso: vedi cose come la velocità, l’impatto nei duelli…".

"Fofana? Sono andato a Strasburgo a vederlo. Leao ..."

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Sull’acquisto di Fofana: "Prima sono andato a Strasburgo a vedere l’allenamento, era aperto al pubblico. Oggi non è possibile, è molto difficile entrare in un centro sportivo. L’allenamento è buono, ma dipende che sessione vai a vedere: una pratica dopo la partita è diversa rispetto al resto della settimana. Ho visto in lui un giovane con fiducia, un ragazzo che ha lavorato tanto in allenamento, e dopo la relazione con i tifosi era interessante. Sempre con il sorriso, sempre aperto".


"Mi è piaciuto: il primo anno era già titolare allo Strasburgo, in Ligue 1. Non ha fatto un percorso nel settore giovanile, eppure mi è bastato vedere come si allena. Sono arrivato a gennaio 2019 a Milano, e lui era osservato dai miei tempi al Monaco. E poi ho portato il mio database qui, lo abbiamo visto. Ha iniziato a giocare ogni partita in Ligue 1, e i club inglesi e tedeschi sono arrivati. È stato difficile. Lo abbiamo seguito fino a Monaco".

Sul database: "Sono informazioni e relazioni che durano da anni. Ti aiutano per vedere la crescita di un giocatore. Dobbiamo rimanere umili: magari un ragazzo non mi piace adesso, ma tra tre anni finalmente può piacerci. Dobbiamo sapere cambiare idea".

Su Leao: "L’avevo visto a Lisbona a 17 anni, come numero 10 e seconda punta. Era molto libero, interessante. Longilineo, tecnicamente super. Ha fatto gol con fiducia. Mi sono detto che dovevamo seguirlo, poi sono arrivati tutti gli osservatori e la Nazionale. Non sono il primo ad averlo visto. Vedere una partita così…me lo sono subito segnato. Abbiamo fatto una short-list, c’era bisogno di prendere un terzino sinistro. In quella lista c’era Leao, Malen, Marcus Thuram, al tempo al Guingamp. Questo tipo di profilo. Oggi i tre stanno facendo bene, ma immagina quattro/cinque anni fa. Era difficile. Leao giocava al Lille. Solo sei mesi da titolare e l’abbiamo portato a Milano. Non è facile. Siamo sempre molto duri con i giocatori, ma dobbiamo lasciare loro del tempo".

Milan, Moncada: "I ragazzi hanno la Playstation a Milanello"

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Sul creare un gruppo: "Dobbiamo lasciare spazio. Abbiamo anche tante nazionalità diverse, e dobbiamo fare gruppo. Devono spendere del tempo qui tra Playstation, ping pong e biliardo. Hanno tutto. Qui i ragazzi stanno bene, e si sfogano prima o dopo l’allenamento. A Milanello si mangia benissimo, meglio che in Francia!". LEGGI ANCHE: Milan-Juventus, le probabili formazioni: Fonseca sorprende in difesa