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L'intervista di Arrigo Sacchi (ex allenatore AC Milan) su Milan-Napoli 1-2 (Serie A 2022-2023) | News (Getty Images)
Arrigo Sacchi, ex tecnico rossonero dal 1987 al 1991 e poi nel 1997, ha parlato di Milan-Napoli 1-2 in un'intervista in esclusiva per 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Ecco, dunque, tutte le dichiarazioni del 'Profeta di Fusignano'.
Su Milan-Napoli: "Peccato che l’arbitro abbia fischiato la fine. Sarei stato davanti alla televisione per ore. Bravissimi tutti, i giocatori delle due squadre e anche l’arbitro che si è fatto rispettare, ma ha sempre lasciato giocare. Ripeto: avrei desiderato che questa gara non finisse mai. A me è sembrata una partita in stile Premier League: si vedono poche sfide di questo livello in Italia e in un periodo molto delicato per il nostro calcio è importante avere queste risposte".
Sul risultato giusto dell'incontro: "No, lo dico subito. Probabilmente anche un pareggio sarebbe stato stretto al Milan, per come ha dominato il campo e per le occasioni creato. Però va aggiunto che il Napoli non solo non ha rubato nulla, ma ha pure dimostrato di essere vivo, ben inquadrato. Non c’è stato tatticismo né dall’una né all’altra parte: in un Paese dove il tatticismo esiste ovunque creando solo danni questo è merito".
Sul Milan poco lucido nel primo tempo negli ultimi venti metri: "Bravissimi a pressare, a rubare il pallone. Il Napoli ha avuto un atteggiamento prudente all’inizio. Però i ragazzi di Stefano Pioli sono mancati nelle conclusioni. Va precisato anche che Alex Meret ha fatto due bellissime parate, però se si domina così tanto si deve produrre di più".
Sul Napoli che ha messo fuori la testa nella ripresa: "Aveva cominciato già sul finire del primo tempo, poi ha preso coraggio e ha sempre cercato di ribaltare l’azione. Questo Khvicha Kvaratskhelia è sempre pericoloso: i difensori sono costretti a giocare sempre al limite quando lo affrontano. A San Siro ha fatto ammonire Simon Kjær e Davide Calabria, che poi sono stati costretti a uscire, e ha provocato il rigore".
Sulle chiavi di un Milan-Napoli spettacolare: "Il ritmo. Un ritmo forsennato soprattutto nel secondo tempo. Attaccava il Milan e il Napoli rispondeva immediatamente. Bisogna fare i complimenti a Pioli e a Luciano Spalletti: le loro squadre credono in quello che fanno e questo è merito di chi le guida".
Sulla reazione del Milan dopo il rigore di Matteo Politano: "Hanno spinto subito sull’acceleratore, Brahim Díaz ha dato una bella scossa e poi Theo Hernández è proprio un fenomeno. L’azione del gol del pareggio di Olivier Giroud è stata meravigliosa".
Su cosa non gli è piaciuto del Milan: "Mi è piaciuto tutto e Pioli deve essere soddisfatto di questa prestazione della sua squadra. L’unica cosa stonata è il risultato, ma una grande squadra ha le risorse per reagire. Ecco, analizzando le prestazione dei singoli, forse da Charles De Ketelaere mi aspettavo qualcosa di più. E anche Alexis Saelemaekers non è stato sui suoi soliti livelli. Però il resto ha funzionato. In difesa sono stati bravi, a centrocampo hanno fatto girare il pallone e Giroud, là davanti, ha giocato forse la sua miglior partita".
Sul gol decisivo di Giovanni Simeone: "Azione più che splendida? Lui protegge il pallone, lo difende, lo passa a Mario Rui e va ad attaccare lo spazio mentre il compagno glielo crossa proprio sulla testa. Perfetto".
Sulla difesa del Milan un po' statica sul gol dell'1-2 finale: "In quelle situazioni è complicato intervenire. Simeone ha preso il tempo a Fikayo Tomori e ha fatto qualcosa di straordinario".
Sul mancato pareggio del Milan nel finale: "Che traversa, quella di Pierre Kalulu! Si era fatto ottanta metri di campo dopo aver anticipato un avversario vicino alla sua area, e poi ha sbagliato per una questione di centimetri. Ma il Milan ha dimostrato di esserci sempre".
Sulle priorità del Napoli: "L’atteggiamento della squadra in generale, lo spirito di sacrificio quando il Milan ha attaccato in massa, il coraggio di ripartire in ogni occasione con idee e con tante energie. E poi quel Stanislav Lobotka in mezzo al campo è sempre al posto giusto nel momento giusto. Mi ha ricordato un giocatore che ho allenato tanti anni fa: Daniele Zoratto. Anche lui lo trovavi sempre dove doveva essere. E anche Carlo Ancelotti era così. Questione di intelligenza, prima ancora che di piedi: la testa è la cosa più importante, lo ripeto spesso. Comunque bravi tutti i centrocampisti di Spalletti quando costruiscono e s’inseriscono. Una squadra completa, il Napoli: ora serve dare continuità". Milan-Napoli 1-2: le pagelle rossonere secondo la nostra redazione >>>
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