Intervenuto a GOAL Cup, Antonio Nocerino, ex rossonero, ha parlato della sua carriera dall'allenatore e dei Mondiali, con un passaggio anche sul Milan. Ecco le dichiarazioni riportate da goal.com.
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Milan, Nocerino: “Thiago Silva gioca con la sigaretta in bocca”
"Voglio stare in campo, non stare dietro a una scrivania o guardare le partite da fuori: adesso starei ore e ore ad allenare. Mi piace troppo e non pensavo".
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"Non mi piace chi deve ricevere uno schiaffo per darlo: preferisco dartelo per primo che riceverlo. Mi piace trasferire questa mentalità e coraggio. Prima volevo fare lo scout, poi ho provato perché volevo vedere se ci volevo stare: non è perché hai giocato e allora sei bravo ad allenare. Ho provato a Orlando con le giovanili e lì si è accesa una fiammella che non pensavo e ho capito che è quello che voglio fare. Stare in campo, non stare dietro a una scrivania o guardare le partite da fuori: adesso starei ore e ore ad allenare. Mi piace troppo e non pensavo".
"Io anche da calciatore son partito dal basso: ho deciso di fare le squadre del Sud perché sapevo che mi avrebbero formato. So dove voglio arrivare, ma non ho fretta: voglio fare le cose fatte bene. La cosa che mi ha aiutato è aver giocato con grandi campioni perché per arrivare a grandi obiettivi ti devi comportare in un certo modo. Se non fossi stato serio non mi potevo neanche avvicinare nello spogliatoio del Milan: mi impacchettavano e mi riportavano da dove ero arrivato. La cosa che mi ha scioccato è che i grandi campioni più grandi sono e più umili sono: se loro non si atteggiano figurati io che sono il laccio di una scarpa di un campione. E mi porto dietro questo".
"Mancini sta creando un'identità: spero che insieme al sistema possa creare i presupposti per avere un gruppo tale da fare diversi Mondiali. Di cosa c'è bisogno? Io preferirei uno che salti l'uomo: un Mbappé, un Neymar, un Vinicius, un Antony ti creano superiorità e quello fa la differenza. Poi va bene avere un finalizzatore che concretizzi tutto questo: in Italia abbiamo Chiesa, perché è uno che salta sempre l'uomo, ma è uno. Mi piacerebbe che ce ne fossero di più".
"Thiago Silva è un giocatore che gioca con la sigaretta, fa un altro sport, perché ha 37-38 anni e non fa fatica. Gioca con una serenità incredibile, perché poi per giocare con tutti quei giocatori offensivi devi anche saper difendere. E' bello vederlo, io gli ho sempre detto che fa un altro sport, è di un'altra categoria: come livello è il continuo di quei mostri sacri che c'erano prima, ovvero Cannavaro, Nesta, Maldini o Sergio Ramos. Mi aspettavo potesse arrivare a giocare fino a quest'età perché è troppo più forte degli altri, fa poca fatica: ha una qualità e una tecnica incredibile, ha fatto il passaggio per Richarlison e questo ti fa capire tante cose. Noi esaltiamo Mbappé, Neymar e Messi com'è giusto che sia, ma avere Thiago Silva in squadra è una garanzia per tutti".
"I giocatori devono focalizzarsi sul campo perché sono professionisti: non è facile isolarsi, ma devono farlo. Devono pensare a giocare, a fare risultati e a fare il loro lavoro, perché poi le situazioni negative ci sono, ma dipende da come le affronti. I risultati possono risollevare tutto l'ambiente: Allegri è molto intelligente, è bravo a isolarli e a non far pesare la situazione. Sa gestire bene le situazioni". Milan, sarà un dicembre rossonero: tutti gli impegni della squadra di Pioli
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