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INTERVISTE

Milan, Massimo Torriani (padre di Lorenzo): “Quello che vivendo è un sogno”

Lorenzo Torriani - AC Milan
Lorenzo Torriani, portiere classe 2005 del Milan, sta stupendo tutti a suon dei ottime prestazione. Papà Massimo parla del figlio
Matteo Boninsegna

Massimo Torriani, padre di Lorenzo Torriani, portiere classe 2005 del Milan autore di una grande grande gara contro il Manchester City, si è concesso ai microfoni di Ganlucadimarzio.com ed ha raccontato diversi aneddoti riguardanti il giovane estremo difensore rossonero. Le sue parole:

Sulla gara con il Real Madrid: “Ci aspetta un’altra notte con la tachicardia, prima del Real Madrid, ma non vediamo l’ora. Lorenzo è carico, lo sentiamo tranquillo e pronto. Noi invece siamo emozionatissimi”.


Sull'esperienza nel settore giovanile: “È qualcosa di unico e inaspettato, Lorenzo viene da due anni di panchina. Prima è stato aggregato in Primavera e sapevamo che avrebbe giocato poco. L’anno scorso invece pensavamo ci sarebbe stata qualche occasione in più, ma per Abate era il terzo portiere. Ora vederlo giocare insieme ai grandi, i calciatori veri, è bellissimoQuando gioca Lorenzo lo guardiamo da soli, non vogliamo che ci siano altri amici o parenti in casa. Solo mia moglie, mia figlia ed io. La viviamo con un po’ di tensione anche se sappiamo che lui è sereno. Diciamo che partecipiamo anche noi, da casa. Potessimo ci metteremmo in porta accanto a lui”.

Sulla crescita: “Il piccolino ora è con i grandiSi è sviluppato in altezza pochi anni fa, due o tre. Prima era sempre il più basso tra i portieri a disposizione. Eppure giocava sempre lui. E tutti gli addetti ai lavori si stupivano: ‘Gioca sempre il piccolino’”.

Sull'interesse dell'Inter: “Non aveva ancora compiuto i sette anni e giocava in porta al Città di Cologno. In un torneo a Concorezzo un osservatore dell’Inter lo nota e si presenta all’allenatore e a noi. La sua società, però, era affiliata al Milan: ci hanno detto di andare al Vismara a provare, è piaciuto e abbiamo capito che era l’ambiente giusto per lui: a otto anni ha firmato il suo primo tesseramento e oggi siamo ancora qui, più di dieci anni dopo”.

Sulla famiglia: “All’inizio ha avuto qualche infortunio. Poi quando ha capito che non avrebbe giocato per scelta tecnica, se non per qualche scappata in U18, ha rischiato di perdere un po’ l’entusiasmo. Noi familiari, sapendo gli sforzi che ha fatto, il suo amore per il calcio e il potenziale che Lorenzo ha, abbiamo insistito tanto affinché restasse concentrato e continuasse a credere nel suo sogno. Ora la sua occasione è arrivata: a fine stagione Tony Roberts, il preparatore della prima squadra, ha visto in lui una buona base e ha iniziato a lavorarci, costruendo un progettoPoi è volato in Australia per l’amichevole contro la Roma, e a Vienna contro il Rapid ha giocato i suoi primi quarantacinque minuti”.

Sul sogno di Lorenzo: “Per noi tutti, ciò che Lorenzo sta vivendo è un sogno. Ma ero convinto che prima o poi questo momento sarebbe arrivatoNon ho mai perso una sua partita, anche nei tornei in giro per l’Europa, Bielorussia compresa. E lui mi ha sempre dato quest’impressione: fuori dal campo è ‘il mio piccolo’, ma quando va in campo si trasforma, mi sembra più responsabile, più grande. Ora in America lo sento carico e felicissimo. Sportiello l’ha preso sotto la sua ala ultimamente. Lui è in gran fiducia, ha l’atteggiamento giusto per affrontare queste sfide. Tornerà con un carattere più forte e più consapevoleSe giocherà, non gli devo dire niente. Sa già tutto. Deve continuare a fare ciò che sta facendo: impegnarsi, lavorare con umiltà e godersi questo bel momento”.

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