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INTERVISTE

Milan, Petrarchi: “Mancano Maldini e Massara, Fonseca? Mi dicono che…”

AC Milan - Gianluca Petrarchi
Gianluca Petrarchi, ex dirigente di Torino e Roma, ha toccato diversi temi riguardanti il Milan: da Maldini a Fonseca
Matteo Boninsegna

Gianluca Petrarchi, ex dirigente di Torino e Roma, intervenuto in diretta su TVPlay, ha toccato diverse tematiche riguardanti il calcio italiano, tra cui il Milan e l'indiziato principale a sostituire Stefano Pioli sulla panchina rossonera, ovvero Paulo Fonseca. Le sue dichiarazioni.

Sul Milan: "Il Milan resta il club più blasonato al mondo. Allenarlo non è per tutti. Ho scelto Fonseca allaRoma, perché c’era un progetto legato alla valorizzazione dei giovani. Lui portava un calcio offensivo, voleva vincere le partite attraverso il gioco. L'ho trovavo preparato. Evidentemente lo scotto con l’Italia un filino si paga. Noi abbiamo degli allenatori importantissimi e lo testimonia il buon Carlo Ancelotti che ci fa fare una bella figura a livello mondiale. A Coverciano escono bravi allenatori. Fonseca si è ritrovato contro bravi allenatori che lo hanno fermato. La Roma, finché sono stato al fianco a Fonseca, stava facendo benissimo ed era in linea con le aspettative che ci erano state richieste. Poi è rimasto da solo, perché sono andato via, e nonostante tutto è andato bene. Io credo che i punti in campionato fatti da Fonseca non li ha fatti Mourinho nell’arco del suo triennio. Bisogna capire anche in che contesto arriva Paulo Fonseca. Ha il suo carattere, sapeva dire con grande stile ed eleganza ma sapeva anche usare un tono diverso con giocatori illustri…Fonseca ora ha una responsabilità importante. Finora non ha mai avuto l’obbligo di dover vincere. Sono curioso di capire che tipo di risposta darà al Milan. Al Lille ha perso la qualificazione Champions agli ultimi secondi, ma ha fatto un capolavoro perché ha portato il gruppo più in alto possibile. Al Milan le pressioni sono diverse. Dovrà essere supportato, aiutato, perché credo Pioli non sia stato aiutato tantissimo in questo ultimo anno. Credo sia stato il parafulmine di tante situazioni.Mi auguro che lo aiutino di più di Pioli. Posso garantirvi che il Milan giocherà a trazione anteriore".


"Fonseca? Amici in comune mi dicono sia pronto per firmare"

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Su Fonseca: "Gli ho mandato un grande in bocca al lupo. Finché non firma, conoscendolo, non risponderà. È scaramantico. Amici in comune mi dicono sia pronto per firmare".

Sulla dirigenza rossonera: "Al Milan non vedo direttori sportivi. Moncada è un bravissimo scout, Ibra diventerà un grandissimo dirigente, ma non vedo ds. Bisognerebbe che qualcuno svolga questo ruolo. Non si nasce direttore sportivi, ci si diventa se hai talento. Io penso che la figura del ds sia fondamentale. Il Verona ha fatto un capolavoro perché Sogliano si è assunto le responsabilità, ha scelto giocatori, si confrontava al campo. E’ tanta roba per un allenatore avere un direttore sportivo così. Nel Milan, con Maldini e Massara, c’erano delle figure che appartenevano ad un tipo di meccanismo che ora non vedo".

Su Bremer: "Bremer a livello tecnico non lo volevano alTorino, io convinsi Cairo e ci misi la faccia. Io non porto un giocatore che un allenatore non conosce. Non so al Milan cosa succederà. A Fonseca piace guardare su Wyscout i profili che vengono proposti".

Sul futuro: "Ultimamente ho incontrato qualche club, non lo nascondo. Sono in trattativa con qualche società e sto cercando di trovare una soluzione migliore. Voglio rientrare facendo bene il mio lavoro. Io collaboro, condivido, ma sono decisionista".

Su Calafiori: "Io Calafiori l’ho portato in prima squadra. Appena sono arrivato, l’ho visto. Era reduce da un infortunio di due anni prima che lo penalizzò. Ma si vedeva che era un talento assoluto, aveva queste capacità di andare di destro e sinistro e poi soprattutto aveva motore. Io purtroppo sono andato via e di Calafiori ho perso le tracce. Quando è andato al Basilea, i miei uomini l’hanno continuato a seguire, nel caso in cui rientrassi in pista mi dicevano di prenderlo perché era cresciuto tantissimo. Per me Calafiori non è una scoperta. Credo che quest’esplosione sia dovuta soprattutto a Thiago Motta, che gli ha permesso di giocare a calcio come a lui piace fare. Era sempre uno che partiva da dietro e saltava uno-due uomini. E poi è l’essenza del calcio creare la superiorità numerica. Calafiori lo faceva con una naturalezza assoluta da difensore, perché nasce terzino, nasce esterno. Complimenti all’allenatore del Basilea che poi l’ha messo braccetto. È un ragazzo serio, è a modo". LEGGI ANCHE: Milan, Bennacer via? I pro e i contro della possibile cessione>>>

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