Sugli uno contro uno concessi a Kylian Mbappé: «Assurdo. Proprio quello che desiderava il francese, che ha tecnica e velocità. Il raddoppio di marcatura dov’era? Eppure ricordo che nella passata stagione, contro il Napoli, avevano raddoppiato e pressato bene su Khvicha Kvaratskhelia. Il problema è che, a volte, i rossoneri fanno cose giuste e poi se ne dimenticano».
Sacchi su cosa dovrebbe fare adesso Pioli per risollevare il Milan: «Prima di tutto deve prendere in mano la situazione e organizzare la squadra secondo principi chiari. Il gruppo deve essere unito, sennò finisce che va in barca. Unito tecnicamente, tatticamente e nello spirito. E poi l’allenatore deve essere convinto delle sue idee e trasmettere questa convinzione ai suoi ragazzi. Faccia loro vedere dove hanno sbagliato, così non sbaglieranno più. E se c’è qualcuno che mette zizzania, lo tenga fuori. Se uno non fa le cose richieste, c’è sempre la panchina».
"Pochissimo pressing: ci si porta il becchino in casa"
—Sui problemi del centrocampo: «È un reparto completamente nuovo, si muovono con poca sintonia. Il Milan ha cambiato tanti giocatori quest’estate e quelli arrivati sono tutti stranieri. Sappiamo che in questi casi è necessario un periodo di ambientamento. Inoltre qualcuno si è infortunato, mi viene in mente Ruben Loftus-Cheek che era partito abbastanza bene, e qualcuno sta facendo più fatica del previsto. Ci vuole pazienza. Però, nel frattempo, è necessario dare idee e regole chiare, semplici, limpide in modo che nessuno si possa confondere».
Sacchi sul poco pressing che fa il Milan di Pioli: «Pochissimo pressing e così non va bene perché ci si porta il becchino in casa. Si lasciano avanzare gli avversari e ci si difende nella propria metà campo. Se lo fai contro gente come Mbappé è facile che tu vada in crisi. Ma il pressing, quando è eseguito a regola d’arte, è la conseguenza naturale di una squadra corta, stretta, coordinata e che non concede spazi ai rivali. Sapete quanto aumenta l’autostima se riconquisti il pallone in zona offensiva, e sapete quanto vanno in ansia gli avversari? Il Milan, quando ha vinto lo Scudetto, faceva pressing, raddoppiava, era attento e intenso. Ecco, a me piacerebbe rivedere quei principi applicati oggi sul campo».
Sull'attacco del Milan che non segna in Champions League: «Contro la Juve, in campionato, quando sono rimasti in dieci per l’espulsione di Thiaw, i rossoneri non sono più stati capaci di fare un tiro in porta. Eppure nel primo tempo avevano dominato. Se una squadra è ben organizzata, anche in inferiorità numerica può portare pericoli agli avversari. La prima cosa che noto degli attaccanti è che non rientrano. Olivier Giroud non rientra, Rafael Leão non rientra. Così vengono a mancare la collaborazione e l’intensità di gioco. E, soprattutto, non si può fare pressing perché la squadra si riduce a sette-otto elementi, anziché undici».
Sul disagio che c'è nell'ambiente che si è percepito dalle parole di Davide Calabria: «Brutta uscita, quella di Calabria, perché trasmette un’idea di confusione. Inoltre mi sembra che quelle parole, pronunciate a caldo dopo la partita, dimostrino poco rispetto verso l’allenatore. Però, e questo va sottolineato, fanno capire che sotto c’è qualcosa, che non è tutto rose e fiori. E dunque bisogna intervenire al più presto per evitare che la faccenda si complichi. Pioli ha davanti un lavoro difficile, bisogna ammetterlo, però ha le qualità tecniche e morali per saltarci fuori». Difensore, il Milan lotta per prendere l'erede di Kjaer >>>
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