Sull'esultanza con la 'Trump Dance' dopo un gol segnato con gli USA contro la Giamaica e le conseguenti polemiche: “Onestamente non mi sento diverso ora da quando l'ho fatto. Per me si trattava solo di un balletto virale, che ho fatto più volte nella mia carriera. Non è stata una dichiarazione in alcun modo. Era solo una cosa divertente che stavo facendo. Chiunque si interessi a questa cosa dovrebbe evitare perché non c'è niente di cui parlare”.
Sulla reazione della gente e se l'ha sorpreso: “Per come è il clima politico, soprattutto negli Stati Uniti, forse no. Sarò onesto, prima non ci avevo pensato nemmeno io. Ma visto il modo in cui la gente reagisce alle cose, ora che ci penso credo che non mi sorprenda più di tanto".
Su cosa gli ha detto la Federazione USA sul tema: “Onestamente, no, niente. Non c'è stata alcuna reazione da parte loro. Penso che mi conoscano come persona”.
"Papà sa come motivarmi. Sento che sto migliorando, divento più forte mentalmente"
—Su suo papà Mark Pulisic: “A volte mi dà sui nervi, è assolutamente fuori di testa. Sa come smuovermi, come motivarmi, come farmi arrabbiare. Però se dico così sono un po' severo con mio padre. Ha fatto un buon lavoro nel mettere un limite. Non mi ha mai fatto odiare il calcio o desiderare di smettere e di abbandonare. Non è mai stato un genitore così esagerato da farmi perdere il controllo. Non è mai stato così. Ma sicuramente mi ha spronato. Mi ha spronato. Sapeva come ottenere il meglio da me, sempre. È stato il mio allenatore durante la crescita. Mi trattava come gli altri suoi giocatori, probabilmente anche un po' più duramente. A questo livello, ora, non cerca di farlo costantemente. Ma mi conosce meglio di chiunque altro. Quindi cercava sempre di spingermi a giocare con coraggio, senza paura”.
Su quanto è fondamentale la fiducia per farlo rendere al massimo: "Può dipendere molto dall'ambiente, dalla forma, dalla fiducia degli allenatori, del club, da come ci si sente. Non voglio dire che sia più facile ora che al Chelsea, ma c'è stato un periodo in Inghilterra in cui mi sentivo veramente al top e giocavo alla grande. Quella fiducia e quella mentalità del giocare senza paura erano facili da avere. Ma c'è stato anche un periodo in cui è stato estremamente difficile, perché non giocavo. Sentivo la pressione di dover fare di più quando scendevo in campo, in qualche modo. Ora, invece, mi trovo in una posizione mentale molto buona, in cui mi sento abbastanza sicuro. Sento la fiducia del club in molti modi”.
Sul Chelsea prima, vera battuta d'arresto della sua carriera: “Sicuramente è stato difficile. Al Chelsea mi sono abituato al mio ambiente. Ho imparato tanto, ho vinto molto e sono stato molto contento di come sono andate le cose sotto certi aspetti. Ma quando arriva il momento di cambiare, lo senti con tutto te stesso. Se volevo raggiungere il livello successivo era un passo che dovevo fare”.
Su come gestisce i momenti in cui il calcio diventa più impegnativo: “Invecchiando (sorride, ndr) E capendo che i migliori al mondo hanno le idee così chiare che, ad esempio, se sbagliano un'occasione, non sembra la fine del mondo. Sanno che ne avranno un'altra, perché sono così bravi e si mettono in posizione. Si tratta di avere le idee chiare e di capire che ci saranno momenti migliori”.
Sul non aspettarsi che le cose vadano sempre alla perfezione: “Anche se la mente fa cose assurde. Hai un po' di successo e pensi: 'Cavolo, deve essere sempre così'. Poi, quando qualcosa non va come vorresti, è strano come la tua mente ti riporti lì. Non è facile, tutti noi ci lavoriamo ogni giorno. Anche i migliori al mondo, che sembrano segnare ogni settimana, hanno delle difficoltà mentali e delle battaglie da affrontare. Può sembrare che non sia così. Ci sono molte cose da fare. Questa carriera, questa professione, sono estremamente fortunato a poterla fare, ma è molto impegnativa per la mente. Poi il fisico è molto stressato, ci sono partite in continuazione. È un lavoro duro”.
Sulla sua migliore stagione a livello individuale: “In ogni area sto migliorando un po', che sia la rifinitura, il cross, la fase difensiva, la crescita tattica e la comprensione del gioco. Sento che sto migliorando e che sto diventando molto più forte mentalmente, sapendo che quando ci sono momenti difficili, riesco a non farmi condizionare più di tanto, rendendo i momenti di minore fiducia un po' più brevi. Quindi si tratta anche di coerenza e di prendersi cura di se stessi”. LEGGI ANCHE: Calciomercato – Milan, offerta importante per un tuo obiettivo. Cosa farai? >>>
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