Sul carattere di Pulisic
—“È un ragazzo molto ambizioso ma allo stesso tempo tranquillo: vive con una cerchia ristretta di amici, si dedica alla famiglia, ha fede in Dio e voglia di imparare. Adesso non gioca più a PlayStation: oggi Christian va matto per gli scacchi e ama il golf. Ha un campo proprio dietro casa, giochiamo spesso quando sono da lui. Quella degli scacchi invece è un’ossessione che l’ha travolto di recente: legge libri per capire i segreti del gioco e migliorare. Di lui mi colpisce proprio questo: la sua mentalità, la sua voglia di vincere sempre. E infatti appena è arrivato in Italia si è messo a studiare la lingua per capire meglio l’allenatore e i compagni”.
Sull'impatto al Milan
—“Un po’ me l’aspettavo, è un vincente. Sin da ragazzino si parlava di lui come un fenomeno, in tutte le nazionali giovanili era il migliore. Non ha paura delle nuove sfide: al Borussia ha fatto bene sin da subito e pure al Chelsea ha vinto una Champions da protagonista al secondo anno, segnando in semifinale. Ora al Milan è leader tecnico e trasmette la sua mentalità competitiva ai compagni”.
Sulla nascita del successo di Pulisic
—Spesso passiamo giorni estivi insieme, ma per lui non esiste pausa. Ogni mattina si sveglia alle sette e va in palestra: attivazione, stretching e allenamento. Poi andiamo sul campo e lavoriamo un altro paio d’ore. Ha grande cura del suo corpo: ogni cosa che fa è volta a migliorare. Recupero in piscina, bagni freddi, alimentazione: per stare nell’élite serve soprattutto questa dedizione”.
Su Pulisic in campo
—"Sul campo cura alcuni dettagli in particolare: tiro in porta, posizionamento e timing. Allena sempre destro e sinistro allo stesso modo e i risultati si vedono: contro l’Inter ha segnato di mancino. In quel gol c’è tutto: piede debole, tempismo e movimento giusto”.
Sul futuro
—"A Milano sta molto bene. Christian è uno dei nostri migliori giocatori statunitensi di sempre: è l’idolo di ogni bambino. A Miami ha fondato i Pulisic Stomping Grounds, un’iniziativa benefica per dare ai ragazzi la possibilità di giocare a calcio gratuitamente: è il suo modo per restituire qualcosa a una comunità che lo riempie d’affetto”. LEGGI ANCHE: Van Basten, i ricordi di Tassotti: “Era speciale”. Poi un aneddoto shock >>>
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