Sul cosa vuol dire che la gente 'guardava male': "In zona c'erano persone che facevano cose che è meglio non dire e Jamaica veniva visto come un quartiere non buono. La verità è che la gente cercava solo un buon futuro e non aveva opportunità. André, Emmanuel, Paolo, i miei amici di allora sono ancora i miei grandi amici".
Sulla novità che lo attende a breve: "Diventerò papà tra poco, papà di due gemelli. Dovrebbero nascere a novembre. Sono sicuro che sarà un'esperienza molto carina, a me i bambini piacciono. Diciamo che ho ancora un altro motivo per dare valore alla mia famiglia e continuare a lavorare per lei. Li chiameremo Rodrigo e Tiago".
Sul momento felice della vita di Leao: "Sì, uscire ai quarti all'Europeo è stato un momento difficile ma quella resta una bella esperienza. Le vacanze in famiglia poi mi hanno fatto bene: invece di venire qui in New Jersey da Miami, sono passato dal Portogallo per vedere i miei parenti. Sono loro che, nei momenti bassi o in quelli belli, mi stanno vicino. Ora sono carico per la stagione, sono felice di rivedere i compagni e fare un'altra stagione con questa maglia. Con quasi tutti sono rimasto in contatto, Florenzi mi ha chiesto: "Ti stai allenando?"".
Sugli allenamenti di Leao per il nuovo Milan 2024-2025: "Non faccio mai allenamenti noiosi, cerco di sfruttarli per fare quello che mi piace. Negli ultimi giorni sono stato con il mio personal trainer, ho fatto tiri, colpi di testa. Sono cose importanti: davanti al portiere, mi aiutano a fare più gol".
Sul perché Leao segni poco e non abbia l'istinto da killer in area di rigore: "Quando ero piccolo, mi piaceva dribblare e fare assist. Guardavo tutti, soprattutto Xavi e Iniesta che facevano passaggi di 30 metri, o anche solo di 5 per mettere un attaccante davanti alla porta. Per questo non sono egoista. I miei preferiti sono sempre stati Ronaldinho, Cristiano Ronaldo allo United, tutti quelli che facevano giocate o passaggi incredibili. Io mi vedo così, porto qualcosa di diverso".
Sui gol che spesso gli mancano: "Il calcio adesso è solo numeri, è chiaro che i numeri sono importanti ma non valorizzano più i talenti. Chi non riesce a fare un passaggio ma segna 30 gol viene messo sopra a tutti, anche a chi porta qualcosa di diverso. Il calcio però è dare spettacolo e vincere, per quello ci vengono a vedere".
Sull'impossibilità di vedere Leao da vero 'numero 9': "Io voglio fare più gol, è chiaro: cercherò di fare tutte e due le cose, le giocate e i gol. In campo posso adattarmi, posso giocare vicino all'attaccante ma ora, con un calcio più tattico, le squadre si mettono dietro e occupano molto la zona centrale. Non gioco da anni spalle alla porta e ho bisogno di spazio, di guardare tutto il campo. Non mi vedo giocare presto da centravanti".
Sull'incontro con Paulo Fonseca prima degli Europei: "È una persona diretta, molto, fa vedere subito quello che vuole. Le sue squadre hanno giocato sempre un bel calcio e per gli attaccanti è top: mi vedo bene con lui e anche i compagni sono contenti. Gli allenamenti sono molto intensi, sempre con la palla: secondo me abbiamo già capito tutte le sue idee di gioco, sarà bello. L'identità del Milan storicamente è con la palla e qui tutti i giocatori sono coinvolti nel possesso: secondo me è l'allenatore giusto".
"Morata e Giroud, due campioni: uscito uno, entrato l'altro"
—Su cosa gli ha chiesto il tecnico: "Mi chiede di stare largo, cercare la palla, fare uno-due per arrivare vicino all'area".
Sul passaggio da Olivier Giroud ad Álvaro Morata in rossonero: "Morata e Giroud sono due campioni: uscito uno, ne è entrato un altro. Giroud ha fatto la storia del Milan ma conosco bene anche Morata, è un attaccante che lavora ed è molto mobile, sarà bello per noi altri attaccanti. Speriamo faccia anche tanti gol".
Su Francesco Camarda: "È ancora giovane ma sta facendo molto bene, mi aspetto molto da lui. Io cerco sempre di parlargli, fargli capire che in prima squadra è diverso rispetto alle partite con i ragazzi della sua età. Deve essere forte, combattivo. Sa già fare gol, deve imparare altre cose ma sarà il futuro del Milan. Noi più vecchi gli stiamo dietro, anche io".
Sulla saggezza palesata da Leao: "Mah, sono qui già da sei anni e io sono fatto così, cerco di aiutare sempre i giovani. Quando sono arrivato al Milan, i più esperti mi hanno dato una mano. Ora tocca a noi".
Su Camarda che può già avere un po' di spazio in Serie A: "Decide il mister però, se continua a lavorare, può mettere un po' di pressione agli altri. Deve lavorare al 100% e aspettare la sua opportunità".
Sul nuovo acquisto del Milan, il difensore centrale serbo Strahinja Pavlović: "È forte, cattivo, bravo con la palla, ha fisico. Devo dire che anche gli altri giocatori avvicinati al Milan in questa estate mi piacciono".
Sulle tante critiche che subisce dalla gente: "La gente a volte non capisce certe cose del calcio ma non mi dà fastidio. Le uniche critiche che ascolto sono quelle del mio allenatore, dei dirigenti, di chi sta al Milan. Qui mi vogliono bene, sanno dove posso arrivare e lo so anche io: posso essere uno dei migliori, non solo al Milan ma nel mondo".
Su cosa gli resta di Stefano Pioli: "Io e lui siamo cresciuti insieme, come allenatore e giocatore. Mi ha aiutato, mi ha dato l'opportunità di essere un giocatore importante e lo devo ringraziare per sempre: rimarrà nella mia carriera come uno degli allenatori più importanti".
Su cosa perde il Milan con l'infortunio di Alessandro Florenzi: "Perdiamo la sua esperienza, in Italia e in Europa, per me e tutti noi lui è molto importante anche fuori dal campo. È un guerriero, tornerà".
Su Samuel Chukwueze che può tornare decisivo dopo un anno difficile: "Sì, sì, quando non giochi tanto diventa difficile far vedere quello che puoi fare ma, da quello che ho visto, Chuk ha più fiducia, ha voglia di avere la palla e fare la differenza. È quello che aspettavo. Se continua così, farà una grande stagione".
"Se ho bisogno, so che posso chiamare Ibrahimović a qualsiasi ora"
—Su come assegnerebbe oro, argento e bronzo ad Eusebio, Figo e Cristiano Ronaldo: "Cris per me è oro, poi Eusebio. A Figo do il bronzo".
Idem per Ryan Giggs, Frank Ribéry e Ronaldinho: "Ronaldinho senza pensarci. Argento a Ribery".
Lo stesso, nel basket, per Michael Jordan, Kobe Bryant e LeBron James: "Kobe oro, aveva un'aura diversa da tutti. Jordan argento, LeBron bronzo".
Nel rap, come assegnerebbe oro, argentino e bronzo a Lil Baby, Jay Z e Tupac: "Tupac oro, ho anche il suo tatuaggio sulla gamba sinistra, vicino a quelli di Mandela, Malcom X e Martin Luther King. Argento a Lil Baby, Jay Z bronzo".
E a Lazza, Capo Plaza, Sfera Ebbasta: "No no, questo non posso farlo: troppo amici".
Sui tatuaggi: "Ne ho aggiunto uno sulla schiena: 'Only God can judge me'. È lo stesso che ha Ibra".
Sul dialogo che ha con Zlatan Ibrahimović ora che è Senior Advisor della proprietà: "Sì, ci parliamo. Quando giocavamo l’amicizia era diversa, lo avevo sempre al mio fianco. Ora se ho bisogno, so che posso chiamarlo a qualsiasi ora. È una delle persone che possono portarmi a un altro livello".
Sui consigli che gli dà Ibra:"Mi parla di mentalità, dice che in campo devo essere più cattivo. Se è un nuovo obiettivo per la stagione, essere più cattivo? Corretto". LEGGI ANCHE: Le pagelle post-partita dei rossoneri secondo la nostra redazione >>>
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