Gerry Cardinale, managing partner del fondo RedBird e proprietario del Milan, ha parlato anche dei rossoneri alla 'CNBC': le dichiarazioni
Gerry Cardinale, managing partner del fondo RedBird e proprietario del Milan, ha avuto un colloquio presso la 'CNBC' con Jessica Gelman, CEO di Kraft Analytics Group (KAGR), società leader nel settore dei dati e analytics nel mondo dello sport e in quello dell’intrattenimento con cui il Diavolo ha firmato una partnership ieri.
Ecco, qui di seguito, le dichiarazioni di Cardinale, così come riportate da 'Calcio & Finanza'. L'imprenditore statunitense ha esordito parlando del calcio negli U.S.A.. "Credo che i responsabili della Major League Soccer abbiano fatto un lavoro fenomenale. Ma sono stati frenati dal fatto che i giocatori dell’ecosistema statunitense non fanno parte dell’ecosistema mondiale. E fino a quando non ci sarà una integrazione con giocatori al massimo della loro carriera – non vicini al ritiro – che verranno in America e faranno parte di quel sistema, sarà molto difficile; la tecnologia ora ti porta in diretta le partite in Europa e i bambini crescono assistendo a quella qualità di gioco".
Milan al Soccer Tour Champions, Cardinale: "Opportunità importante"
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Ecco, poi, cosa ha detto Cardinale sulla partecipazione del suo Milan al Soccer Champions Tour 2024 negli Stati Uniti d'America. "Parte delle ragioni per cui ci siamo impegnati a fare queste tournée amichevoli negli Stati Uniti è proprio un’enorme domanda dall’America per il calcio europeo. E quindi, questa per noi è un’opportunità davvero importante. Siamo proprietari del Milan da due anni. Il nostro obiettivo è riportarlo protagonista sulla scena mondiale. Abbiamo 550 milioni di fan in tutto il mondo. Abbiamo 50 milioni di fan in America e vogliamo puntare su questi".
"Pulisic da noi ha fatto un lavoro fenomenale"
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Il numero di RedBird ha colto l'occasione, al contempo, per sottolineare alcune differenze tra lo sport in Europa e quello negli Stati Uniti d'America. "La maggior parte dei giocatori va verso il sistema europeo dove non c’è un tetto salariale, si gioca con regole diverse, c’è il mercato dei trasferimenti, ci sono le retrocessioni. È un ecosistema molto diverso. In Europa c’è stata una sorta di “corsa agli armamenti”, in particolare per i talenti e i giocatori. Ed è per questo che vediamo fondi sovrani, società e istituzioni investire nel calcio europeo. Arriverà anche negli Stati Uniti, ma c’è ancora molto da fare per attrarre, su una base più consistente, i giocatori nel loro periodo migliore. Al Milan, ironia della sorte, uno dei nostri giocatori più iconici e popolari è Christian Pulisic, che viene spesso chiamato 'Capitan America' e che da noi ha fatto un lavoro fenomenale. Quindi, il discorso tocca entrambe le direzioni. Il fatto che Christian sia uscito dal sistema americano e che sia in grado di giocare al livello in cui ha giocato in Europa e ora con il Milan è una testimonianza di ciò che gli Stati Uniti stanno facendo. Ma ci sono altri modi".