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Reijnders: “Ecco perché ho scelto il Milan. Con Fofana sono più libero. Pioli …”

Fabio Barera Redattore 
Tijjani Reijnders, centrocampista del Milan, si è raccontato in una lunga ed interessante intervista: dal suo ruolo alla scelta del Diavolo

Tijjani Reijnders, centrocampista del Milan, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista al magazine 'Rivista Undici', in collaborazione con 'Cronache di Spogliatoio', toccando una serie di temi importanti, dal suo ruolo alla scelta del club rossonero, di cui già avevamo riportato un breve estratto (QUI IL LINK). Ecco, dunque, tutte le sue parole.

Milan, Reijnders: "Mi riguardo le partite per vedere cosa posso fare meglio"

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Sul maggior numero di gol: «Ci ho lavorato, su questo aspetto. Anche l’anno scorso avevo avuto parecchie occasioni, ma sotto porta mi mancava freddezza. Adesso invece i gol stanno arrivando, spero di continuare così fino a fine stagione. È un momento molto positivo per me, ma cerco di non stare a sentire quello che si dice all’esterno, penso a rimanere concentrato su quello che devo fare. Ma per me si può sempre migliorare. Riguardo sempre le partite per capire cosa è andato bene e cosa invece posso fare meglio».

Sull'arrivo al Milan: «È uno dei miei sogni più grandi diventati realtà: questo club è una delle più grandi squadre al mondo. Essere qui mi riempie di gioia e di orgoglio. E quello che mi dà il club è bello, mi dà tanto calore. È una sensazione che mi fa andare ogni giorno a Milanello con un grande sorriso. Merito di quella stagione con l’AZ, quando siamo arrivati in semifinale di Conference League. Ho cominciato a farmi notare e in quel momento arrivò il Milan. Ricordo che dissi a mio padre: è il club che voglio. Nella mia decisione ha contato anche la storia del Milan, è stata una delle prime cose a cui ho pensato. Da qui sono passati un sacco di campioni: van Basten, Gullit, Rijkaard… giocatori con uno status leggendario. Per me è straordinario avere la possibilità di giocare per lo stesso loro club. L’ho aspettata a lungo, questa esplosione. Pensavo che dall’AZ sarei andato a un top club olandese, e poi all’estero. Alla fine, quando è arrivato il Milan, abbiamo deciso di saltare la tappa intermedia».

"Contro il Real la notte perfetto. E il derby con l'Inter ..."

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Sulla vittoria con il Real Madrid: «È stata la notte perfetta. Quella, e anche il derby vinto con l’Inter. Sono momenti che, solo a pensarci, mi riempiono di gioia. La aspettavamo con ansia, quella partita. Era importante perché dovevamo vincere. È stata una serata magica: abbiamo dimostrato la nostra forza, ci ha aiutato a costruire la nostra fiducia. Spero di rivivere notti così».


Milan, Reijnders: "In Serie A un inizio difficile. Poi la fiducia di Pioli ..."

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Sull'adattamento alla Serie A: «Certo, all’inizio è sempre difficile. Fortunatamente ho ricevuto tanta fiducia da parte dell’allenatore (Stefano Pioli) e dei compagni l’anno scorso, il che mi ha aiutato ad adattarmi più velocemente. In Italia ho imparato che un sacco di squadre giocano uomo a uomo, che è un campionato davvero competitivo, dove ogni partita è difficile. Se non sei concentrato vieni punito. E c’è tanta attenzione nel preparare le partite, molto di più rispetto a come ero abituato in Olanda».

Sul suo ruolo: «Ora gioco molto di più nella trequarti avversaria, e penso che questa è la posizione che mi si addice di più. Con la Nazionale olandese a volte gioco da dieci, in modo da avere tanto spazio per le giocate. Adesso con Fofana che gioca da 6 ho più spazio per muovermi tra la difesa e l’attacco. Sì, ho sempre avuto delle mie caratteristiche di gioco»

Milan, Reijnders: "Gioco alla De Bruyne. Mio padre mi dice sempre ..."

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Sul suo modello: «Kevin De Bruyne. L’ho seguito tantissimo, ho guardato un sacco di suoi video quando ero più giovane. È un po’ il mio modo di giocare, un centrocampista box-to-box che imposta la manovra e aiuta in fase di finalizzazione».

Sull'insegnamento del padre: «Mio padre dice sempre: mai montarsi la testa, bisogna restare umili. Mai guardare le persone dall’alto verso il basso, mai sentirsi migliori di qualcun altro. È un concetto che mi sta molto a cuore e penso che sia veramente importante: conta essere normali, rimanere se stessi».

"La lezione che ho imparato è continuare a lavorare, sempre"

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Sul suo passato: «Forse in passato avrei potuto essere più audace, farmi sentire di più. Perché ho aspettato davvero a lungo prima di avere una grande opportunità. Ma alla fine ogni cosa è pianificata, e magari per me aspettare un po’ di più è stato un bene».

Sul primo ricordo legato al calcio: «La prima volta con un pallone tra i piedi? Giocavo nel giardino dietro casa, tirando la palla un po’ ovunque… A volte giocavo anche in casa, e capitava di rompere degli oggetti! Da sempre io e mio fratello desideravamo diventare dei calciatori professionisti. Oggi che lo siamo entrambi, siamo molto orgogliosi. Quando sono arrivato in prima squadra con l’AZ, mio padre mi disse: devi farti vedere in campo. Per ogni due tiri in porta mi dava 50 euro, se non riuscivo i 50 euro glieli davo io. Alla fine ci riuscivo sempre, perciò mi disse: mi costi troppo. Continuare a lavorare, sempre. È questa la lezione che ho imparato. Può sembrare scontato, ma solo con il lavoro si migliora». LEGGI ANCHE: Calciomercato Milan – Novità importante sul futuro di Saelemaekers >>>