Sul ruolo di Reijnders nel Milan: "A me piace giocare da numero 8, da mezzala. La cosa che faccio meglio è essere un giocatore box to box, efficace difensivamente e nell’altra metà campo. Mi piace aiutare a costruire il gioco, essere un giocatore creativo. Mezzala sinistra, lì mi trovo meglio".
Su Rade Krunić playmaker del Milan: "Sì, penso che Rade oggi sia il nostro centrale, poi vediamo come va durante la stagione".
Sull'indossare il numero 14 come Johann Cruijff: "Sì, l’ho scelto per Cruijff. Il mio numero preferito è il 6, lo usavo anche in Olanda, ma ovviamente al Milan non si può prendere per Franco Baresi. Allora ho pensato a Cruijff e la scelta è stata naturale".
Sull'apprendimento dell'italiano: "Uhm, è ancora presto. Mi stanno insegnando qualche parola qui: “come stai”, “buongiorno”, cose semplici. Il prossimo passo è trovare casa a Milano perché ancora non ho capito dove starò. Lo faremo al ritorno dalla tournée".
Sul sogno di Reijnders: "Vincere una Champions con il Milan. Ma ora anche uno Scudetto ...».
Sulla chiamata di Xavi per farlo andare al Barcellona: "Sì, ma io avevo fatto la mia scelta. Avevo parlato con Geoffrey Moncada e con Stefano Pioli ... e a quel punto avevo già deciso, anche con la mia famiglia. Avevo già deciso che avrei giocato per il Milan".
Sulla pressione di dover sostituire Sandro Tonali: "Zero. Sinceramente non avverto pressione, voglio essere me stesso dentro e fuori dal campo".
Sulle favorite per lo Scudetto 2024: "In Italia ci sono tanti grandi club, lo sappiamo. La Juventus, il Napoli che ha fatto una grande stagione. L'Inter ... Se dovessi scegliere l'avversario più pericoloso, direi il Napoli".
Su com'è fuori dal campo: "Un ragazzo tranquillo, molto rilassato. Un po' pigro, ecco, questo sì. Dopo l'allenamento mi piace mettermi tranquillo".
Sull'idolo di una vita: "Lionel Messi. Nel mio ruolo, Andrés Iniesta".
Sullo sportivo numero uno: "Forse Usain Bolt".
Sullo sport preferito al di là del calcio: "Padel. Gioco da due o tre anni e gioco a destra".
Sullo stadio in cui sarebbe bello giocare nella prossima Champions League: "Il Santiago Bernabéu".
Sul momento della storia in cui sarebbe stato bello vivere: "Il 1988 in Olanda, quando abbiamo vinto l'Europeo".
Sul suo obiettivo nella vita, calcio a parte: "Che la mia famiglia stia bene, e possa avere una vita buona, senza troppi pensieri". Milan, una decisione può cambiare il mercato >>>
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