Su Marco Borriello: "Borriello era un habitué, le prime uscite di coppia con Belen avvennero proprio in quelle sale".
Su Kakhaber Kaladze: "Venni a sapere, per caso, da un cliente, che era in vendita il marchio di Giannino, un ristorante storico di Milano, in via Sciesa all’epoca, già iconico per i rossoneri dal momento che Silvio Berlusconi lì organizzava le cene di Natale del club. Lo comprai, e aprii in via Vittor Pisani, con Kakha Kaladze e Lorenzo Tonetti come soci. Gli amici mi dissuadevano: 'Ma cosa fai? Chi va a mangiare vicino alla stazione Centrale?'. Sono stati anni formidabili, Kaladze è diventato quasi uno di famiglia. Ricordo il dolore di quando arrivò la notizia del ritrovamento del corpo del fratello Levan, morto dopo il rapimento avvenuto anni prima. Andai al funerale, in Georgia: fu la giornata più faticosa della mia vita. Dopo l’atterraggio a Tbilisi, ci fu un interminabile viaggio nelle campagne per arrivare al paesino dove si sarebbero svolte le esequie".
Su Ronaldinho: "Ronaldinho si merita tutto il successo che ha avuto". LEGGI ANCHE: Milan, uno spettacolo orribile. Caro Ibra, servono più di sette giorni
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