Sandro Sabatini, noto giornalista, ha commentato il botta e risposta tra Antonio Cassano e Rafael Leao, attaccante del Milan
Sandro Sabatini, noto giornalista, nel suo editoriale per 'calciomercato.com', ha parlato del botta e risposta sui social tra l'attaccante del Milan, Rafael Leao, e Antonio Cassano. Sorprendente la posizione dell'opinionista. Ecco, quindi, le sue dichiarazioni.
Milan, il pensiero di Sandro Sabatini
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"Io sto con Cassano (pensa te…) perché aveva espresso su Rafa Leao un’opinione puramente calcistica. Una pagella tecnica. Almeno per una volta, non era stato eccessivo nei toni e nelle parole. Lo è stato invece il portoghese del Milan, che gli ha risposto con quattro faccine da clown, l’Emoji del pagliaccio. Non è una goliardata giovanile, né una bischerata social. Mettere la faccia del clown è diffamazione. Leao ha diritto e libertà di ribellarsi alle critiche, di controbattere in campo e fuori, ovvero sui social".
"E forse ha anche pienamente ragione, perchè sta passando la capriola per cui è il campione che deve giocare da gregario per la squadra, e non viceversa. Parentesi: a questo proposito, almeno oggi, andate a leggere le interviste che Ottavio Bianchi, allenatore di Maradona e del primo scudetto napoletano nel 1987, ha rilasciato a Emanuela Audisio su “La Repubblica” e ad Alberto Cerruti sulla “Gazzetta”. Vi troverete tanta maestria, nonché le istruzioni per l’uso (corretto) del campione. Chiusa parentesi".
Sul paragone con Salvini: "Ci sarebbe da discutere su come Matteo Salvini interpreta il ruolo di ministro della Repubblica e uomo delle istituzioni. Ma non è questa la sede, né chi scrive presume di averne competenza. Qui si commenta il Salvini tifoso (con qualche milione di follower) che, sotto il post del Milan sul pari a Dortmund, scrive – testuale “Pobega e Calabria, primo tempo horror………”. Nove punti di sospensione. La lingua italiana ne consiglia tre al massimo, per lasciare un discorso in sospeso e far immaginare chissacché. Ma a Salvini piace abbondare, come quelli che mettono tre punti esclamativi quando ne basta (e avanza) uno. Ed è davvero talentuosa la disinvoltura con cui il Ministro si muove dialetticamente dalla Calabria alla Sicilia (per il ponte) e poi da Calabria a Pobega (per il Milan)".