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MILAN NEWS - Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan, ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport. Secondo Sacchi, i rossoneri sono da scudetto. Ecco cosa ha detto: "C’è un solo segreto per arrivare al traguardo: credere in se stessi, nel gioco e nel lavoro che si sta facendo. Il Milan può farcela a conquistare lo scudetto, in questo strano campionato, però i ragazzi di Pioli devono essere ancora più fiduciosi, più spregiudicati, più generosi. Soltanto così potranno superare la concorrenza di avversari che adesso, magari, stanno sonnecchiando, però prima o poi saltano fuori"
Più progetto che sogno, dunque?
«Lo dico ancora. Il Milan ha i mezzi per lottare per il titolo a una sola condizione: che punti sul gruppo e non sul singolo. Se lo farà, e siccome Pioli è un allenatore bravo e intelligente sono sicuro che si comporterà di conseguenza, allora in campo si vedrà una maggiore collaborazione tra i giocatori, ci saranno movimenti sincronici, la squadra sarà più corta e si potrà attuare con più efficacia il pressing. L’importante è far capire a tutto il gruppo che il gioco è fondamentale, non esiste nulla al di sopra del gioco e soltanto attraverso di esso si arriva al successo».
Contro il Lilla in Europa League e contro il Verona in campionato, però, c’è stata una frenata.
«Si tratta di gestire il momento non proprio brillante, ma non è un problema. Nell’arco di una stagione capitano periodi così. Si superano se si crede nel valore del collettivo, se tutti danno il centoventi per cento e se sono disposti a fare una corsa in più per aiutare il compagno. Il Milan, come gruppo, è interessante: deve migliorare, certo, perché manca di esperienza e, logicamente, di conoscenze. Però il materiale c’è, ed è una buona base di partenza».
E poi c’è Ibrahimovic.
«Un campione vero. Un autentico esempio. Avete visto che cosa ha fatto contro il Verona? Ha calciato malissimo il rigore, uno normale avrebbe potuto deprimersi, invece lui si è caricato ancora di più e il pareggio se lo è andato a prendere con i denti. Ha una personalità pazzesca, a volte deve tenerla sotto controllo».
In che senso?
«Beh, magari non deve essere troppo esigente con i compagni e sgridarli se sbagliano un passaggio. A volte una carezza fa meglio di una bacchettata. Però vedo che gli altri lo considerano il loro faro e questo è importante».
C’è un altro giocatore che la sta stupendo?
«Ne scelgo uno che non viene mai nominato e che, sinceramente, nemmeno io consideravo di alto livello: Kjaer. Sta facendo ottime cose, è una sicurezza. Dobbiamo poi tenere presente che il Milan è una squadra molto giovane e qualcosa può perdere in termini di gestione della partita. Però guadagna in entusiasmo, in voglia di fare, di imparare, di lottare. Qualità che compensano il deficit di esperienza».
Il Milan sta dimostrando che con i giovani si può stare lassù in vetta.
«I giovani trasmettono sentimenti positivi, nobili. Non hanno quell’eccesso di protagonismo che spesso è una zavorra, sono disponibili al sacrificio. Prendete Bennacer o Kessie: stanno facendo benissimo, migliorano attraverso il gioco. E pure Leao che, se sarà modesto e tenace, può davvero diventare un campionissimo perché ha qualità da vendere. Infine vorrei dire una parola su Calabria: lo considero determinante per come gioca e per l’esempio che dà. Non molla mai, s’impegna al massimo, lotta persino oltre le sue forze. Ecco, queste sono le figure di riferimento». Il Milan è davvero da scudetto? Ecco i motivi per pensarlo. VAI ALLA NOTIZIA>>>
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