Clarence Seedorf ex centrocampista del Milan, ha rilasciato una lunga intervista sulle pagine de La Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole
INTERVISTE
Milan, Seedorf: “Io credo che accorcerà le distanze sul Napoli”
Sull'effetto dei Mondiali sulla Serie A: "Non immagino stravolgimenti. Sarà un impatto inferiore rispetto a quello del campionato sul Mondiale. Le favorite si sono preparate in fretta e al via hanno faticato Germania, Belgio e Argentina".
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Se il Napoli è faavorito: "Merita di stare lì, il miglior calcio è il suo. La sfida è confermare la crescita. Stare davanti è più duro che rimontare, vedremo se avrà testa per reggere".
Sul Milan: "Il Milan ha più abitudine a giocare partite importanti ed è solido. Io credo che accorcerà le distanze. La fortuna del Milan è aver ristabilito, soprattutto con Maldini, una cultura vincente".
Sul rinnovo di Leao: "Rafael al Mondiale ha giocato poco, sarà carico. Io sarei contento se continuasse con il Milan, sarebbe una scelta corretta. Deve ancora migliorare e, se andasse via, rischierebbe di ridurre i margini di crescita. I soldi arriveranno… e saranno abbondanti".
Sulle mancate offerte per lui: "Sì, anche io mi aspettavo un’offerta dalla A e mi dispiace non averla ricevuta. Resto aperto, vorrei allenare ancora ma non è certo un problema".
Sulla Juventus: "Oggi nel calcio ci sono tanti ragazzi e meno uomini. La Juventus, se ha uomini nello spogliatoio o se l’allenatore sarà capace di renderli tali, potrà resistere a qualsiasi sconvolgimento. Anzi, tutto questo può diventare una motivazione".
Su Lautaro: "Lautaro è un grande giocatore ma non paragoniamo il ruolo che ha nell’Argentina e nell’Inter. In nerazzurro ha quasi il peso di Messi in nazionale. Crescerà ancora e al Mondiale 2026 farà molto bene".
Su Onana: "Un grandissimo portiere, un uomo intelligente, curioso, che si interessa, si espone. Io credo tornerà a giocare con la nazionale".
Su Lukaku: "Credo abbia sbagliato Lukaku ad andare via. Se stai bene, perché andare al Chelsea? I soldi sono la risposta più scontata ma non sempre devono avere la priorità: anche questo è uno dei motivi per cui oggi ci sono meno giocatori top. Io, comunque, gli auguro di ritrovare la magia".
Sul livello del calcio odierno: "Il livello generale del calcio è ottimo, è cresciuto e il gap tra le nazionali è diminuito: ottimo. Il Marocco in semifinale, il Canada che fa bene, l’Ecuador che mette in difficoltà l’Olanda. Se il Marocco non avesse buttato il primo tempo della semifinale… chissà. I giocatori “medi” sono cresciuti, sono diminuiti i top. Ai miei tempi in un Mondiale c’erano 40 giocatori top, oggi sono meno di 5".
Sul perché accada: "La vita dei ragazzi oggi è diversa e le metodologie dei vivai hanno tolto spazio al talento: si inizia presto con la tattica, si ammazzano le individualità. E si danno riconoscimenti troppo presto. Negli sport individuali poi c’è molta spinta al miglioramento: gli atleti cambiano allenatori per migliorare di qualche centesimo. Nel calcio invece continuare un lavoro standard può portare a contratti importanti. Questo è un problema che riguarda ciò che ruota attorno ai calciatori: club, federazioni, lavoro. Prima ogni allenamento aveva l’obiettivo di migliore. I club devono alimentare questa mentalità. Da tecnico lavoro molto a livello individuale, proprio per questo".
Su Cristiano Ronaldo: "Merita prima di tutto rispetto: se come sembra andrà in Arabia e guadagnerà tanto, sarà perché ha valore. Allo United però forse poteva prendere una posizione differente da quella della vittima. Io, se dovessi dargli un consiglio, gli direi di fare una scelta da campione, di finire con dignità, nel nome della sua grandezza, senza farsi condizionare dalle provocazioni, gestendo meglio le critiche come ha fatto Messi".
Sui giovani: "Mbappé fa impazzire, a volte ha giocate allucinanti. Haaland è uno dei più forti. Vinicius è cresciuto molto, poi voglio citare Valverde, che ho avuto al Depor. Al primo allenamento, ho chiesto “chi è questo?”. Gli dicevo: “Ma tu, che cosa hai meno di Kroos?”. Ovvio, non era ancora al suo livello ma si intuiva il potenziale. Era timido, non si vedeva a quel livello".
Sui giovani da Scudetto: "La sfida per loro è non farsi guidare dalle aspettative esterne ma migliorare per consacrarsi".
Su Deketelaere: "Non lo conosco personalmente ma non credo ci sia un problema di carattere: vorrebbe dire che il Milan ha fatto una scelta parziale e il Milan generalmente non fa questi errori. Anche io ho giocato con giovani timidi poi cresciuti. Un esempio? Kluivert al Milan".
Sull'importanza dello sport: "Lo sport deve essere al centro della crescita. I Governi, che spendono miliardi per la sanità, dovrebbero capire che investire nella cultura sportiva migliora la salute. Penso alle scuole, all’educazione fisica e alla preparazione degli insegnanti. Lo sport aiuta a gestire stress ed emozioni. Creiamo strutture, investiamo negli educatori, paghiamoli bene per farli lavorare nelle scuole".
Su Mihajlovic, Vialli e Pelé: "Pelé ha significato tanto per me e il calcio. È stato una persona strepitosa. Il suo impatto va oltre i 3 Mondiali vinti e il genio: ha aperto le porte ai giocatori di colore in tutto il mondo e vissuto sino all’ultimo con positività e amore. Con Sinisa ho perso un amico che ha sofferto anche troppo. La famiglia deve essere orgogliosa di ciò che ha lasciato. Vialli è una persona strepitosa, gli ho scritto e il mio augurio è che possa riprendersi al più presto".
Su cosa possiamo imparare da ciò: "Che la salute è sempre la cosa più importante. Dobbiamo fare quello che ci piace e dire quello che dobbiamo dire".
Su cosa lo fa felice: "Condividere la vita con le persone più care, provare a fare la differenza con le mie attività, dare un contributo per un mondo migliore".
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