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INTERVISTE

Evani: “Contro la Stella Rossa nacque il grande Milan. E stasera …”

Milan-Stella Rossa Champions League 2024-2025 Evani
Alberico 'Chicco' Evani', ex rossonero, ha parlato di Milan-Stella Rossa di Champions League in esclusiva per 'La Gazzetta dello Sport'
Daniele Triolo Redattore 

Alberico 'Chicco' Evani, ex centrocampista rossonero per tredici stagioni (1980-1993), fu protagonista, con la maglia del Milan, delle partite di Coppa dei Campioni contro la Stella Rossa del 1988. Dopo l'andata di 'San Siro', terminata 1-1, il 9 novembre di quell'anno, al 'Marakana' di Belgrado il Diavolo stava perdendo per 1-0. Quindi, scese la nebbia: la partita fu sospesa e rinviata al giorno successivo. Si riprese - come regolamento dall'epoca - dall'inizio e dallo 0-0: terminò 1-1, poi ai rigori vinse il Diavolo. Chi, dunque, meglio di Evani, per raccontarla in esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola? Ecco le sue dichiarazioni.

Milan-Stella Rossa, parla Evani alla 'rosea'

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Su cosa ricorda di quello Stella Rossa-Milan: «La prima partita è stata difficile, molto difficile. Non c’eravamo con la testa e siamo andati in difficoltà. Dopo lo 0-0 di fine primo tempo, la Stella Rossa è passata in vantaggio. La nebbia a quel punto c’era già e faticavamo a vederci noi giocatori in campo: figuratevi quello che potevano capire gli spettatori. Nel 12’ della ripresa tutti negli spogliatoi».


Sulla sospensione della partita: «La verità? Non so se avremmo superato il turno perché non riuscivamo a sviluppare il nostro gioco e arrivavamo sempre secondi sul pallone. Andare avanti con quella nebbia però era impossibile».

Sulla ripetizione dell'incontro il giorno dopo: «Il regolamento allora prevedeva che non si ripartisse dal minuto della sospensione e da quel risultato, ma dall’inizio e dallo 0-0. Inutile nascondere che fu un grande vantaggio anche se non poterono scendere in campo Virdis, che era stato espulso il giorno prima per una gomitata, e Ancelotti (che da diffidato era stato ammonito, n.d.r.). In attacco a fianco di van Basten giocò Mannari».

Sull'assist a van Basten e sul rigore segnato nella serie decisiva dagli undici metri: «Avevamo un’altra testa e le gambe giravano come al solito. Eravamo un’altra squadra... Dopo la grande paura per l’infortunio di Donadoni, che prese una botta violentissima e sembrava morto (frattura della mandibola, n.d.r.), vincemmo con merito e poi disputammo una stagione super. A Belgrado è nato il grande Milan».

Su Milan-Stella Rossa che può essere una partita chiave per il Diavolo di Paulo Fonseca: «All’inizio dell’anno pensavo che il Milan fosse competitivo, che avrebbe disputato un ottimo campionato, e invece ha avuto parecchie difficoltà. Nell’ultimo periodo ho notato un miglioramento, ma la sconfitta di venerdì a Bergamo ha messo ancora più in salita la strada. Spero che da qui in avanti la squadra abbia meno alti e bassi. Battere la Stella Rossa intanto garantirebbe l’accesso ai playoff di Champions».

Sulla vittoria che permetterebbe di sognare la qualificazione agli ottavi: «Il calendario obiettivamente dà una mano, ma l’atteggiamento deve essere diverso: finora ho visto troppi errori per puntare in alto».

Sul Milan fuori dalla lotta Scudetto visto il - 12 dall'Atalanta: «Ora in campionato la priorità deve essere quella di vincere una partita alla volta, per tornare intanto nei primi quattro posti, quelli che garantiranno l’accesso alla prossima Champions. Il resto dipenderà dalle altre: Atalanta, Inter e Napoli stanno andando forte».

"Theo? In difficoltà fisica. Leão, talento non in discussione. Fonseca ..."

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Su cosa direbbe Arrigo Sacchi a questo Milan per spronarlo: «Non saprei ... So quello che disse a noi in hotel a Belgrado, dopo la sospensione della prima gara e prima dell’inizio della seconda: il mister era sempre super carico e trasmetteva i suoi concetti fino all’esasperazione. Quella volta si superò».

Sul Milan di Fonseca superiore alla Stella Rossa: «Nettamente superiore, ma nel calcio moderno una formazione rende le cose facili solo se è al top fisicamente, tecnicamente e mentalmente. Guai in Champions a sottovalutare un avversario che sembra inferiore: il Milan non può farlo».

Su cosa sta succedendo a Theo Hernández: «Lo vedo in difficoltà fisica, ma ci sta in un stagione di avere un calo o delle difficoltà. Sta a lui uscirne e tornare a essere devastante come è sempre stato da quando è al Milan».

Su Rafael Leão in crescita: «Il suo talento non è in discussione. Il problema è che finora si è acceso e spento troppo frequentemente. Leão può fare la differenza e per gli avversari diventare immarcabile».

Sulla fiducia a Fonseca: «E’ alla prima stagione al Milan e deve conoscere il gruppo. Agli allenatori va dato tempo».

Sul gol convalidato a Charles De Ketelare in Atalanta-Milan: «Dalla tv sembra fallo. Magari De Ketelaere salta prima, ma si appoggia nettamente su Theo. Probabilmente mi sarei arrabbiato anch’io». LEGGI ANCHEMilan, Pulisic: “Sento la fiducia del club in molti modi”. Sulla sua stagione aggiunge … >>>

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