Com’era il vostro rapporto? “Divertente, parlavamo spesso del Milan e impazziva per “Mai dire gol”. Gli piaceva puntare sull’attaccante giusto, tanto la difesa ce l’aveva forte. Quando cantavo in qualche serata rossonera, veniva a trovarmi in camerino, ha sempre nutrito un debole per la musica e per gli artisti perché da ragazzo cantava anche lui, con Confalonieri e non solo. È sempre stato generoso con tutti, sono cresciuto alle case popolari di Niguarda, mai avrei pensato di guadagnare tanti soldi, gliene sono grato, anche se qualche volta non sono stato tanto educato… ho lasciato qualche programma all’improvviso”.
Ha imitato tanti personaggi, da Galliani a Confalonieri, da Armani a Cuccia, perché mai Berlusconi? “Io ce l’avevo pronto, ma la responsabile Fatma Ruffini lo bocciò. Mi avevano truccato benissimo, sembravo proprio lui. La gag era questa: raccontavo una barzelletta del cavolo, che non faceva ridere, ma nello studio campeggiava la scritta “Applausi” a caratteri cubitali, e tutti ridevano e applaudivano. E intonavo canzoni francesi che aveva cantato anche lui. L’autoironia non gli mancava, penso che gli sarebbe piaciuta”.
Una frase per ricordarlo? “Dopo di lui nessuno”. LEGGI ANCHE:Milan, Maignan rifiuta il Chelsea: ecco perché >>>
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