INTERVISTE

Milan, Tonali: “Primo anno durissimo. Pioli fondamentale”

Emiliano Guadagnoli

Sandro Tonali, ha parlato ai microfoni di DAZN, in una lunga intervista con l'ex centrocampista del Milan, Massimo Ambrosini

Sandro Tonali, centrocampista del Milan, è stato intervistato dall'ex centrocampista rossonero Massimo Ambrosini. Ecco le sue parole ai microfoni di DAZN.

Sui ricordi da giovane: "Da bambino ero libero. Sono partito da attaccante, ma giravo. Poi sono tornato indietro nel campo, diventando un centrocampista. Sento ancora i miei ex compagni. Non ero ossesionato al tempo: a Piacenza ho capito quello che volevo fare davvero. Sono stato fortunato".

Sul paragone con Pirlo: "A Brescia era pesante: come se dovessi dimostrare di essere come Andrea. Importante guardare in avanti con la palla al piede, è la base".

Sull'idolo e la prima maglia: "Un regalo: la maglia del Chelsea di Lampard. Poi sono arrivate le maglie del Milan. Sono rossonero per mio padre. Seguiva il Milan allo stadio, in trasferta. Ora mi viene a vedere".

Prima partita a San Siro: "Milan-Chievo 1-0: il gol di Seedorf all'incrocio. Mi piaceva. Da tifoso non avevo paura. Non avevo in mente di giocarci. Almeno non con il Milan. Giocavano un calcio diverso. Lo seguivo per passione".

Sulle emozioni con il Milan: "Durante il Covid c'era in ballo il mio trasferimento da Brescia. Io avevo chiesto dove andare, ma come sogno. Prima con il mio procuratore poi con mia mamma. Anche con la mia ragazza. Le prime notizie non erano sicure, sono un'opzione. Dopo è stato un delirio. Durata più di 20 giorni".

Sui primi momenti con il Milan: "Primo anno difficilissimo: era difficile separare il tifoso dal giocatore. Era un peso: dovevo cercare di non deludere. Ho avuto paura i primi momenti. Arrivavo da Brescia, dove cambia tutto poi. Pioli mi ha aiutato tantissimo, dentro e fuori dal campo. Mi ha gestito benissimo e lo sta facendo con altri ora".

Sul cambiamento: "Sono cambiato: giocando da titolare sono migliorato anche mentalmente. Non mi sono scordato dei primi 10 mesi a Milano. Non volevo un riscatto, ma una liberazione. Giocare tutte le partite, tiravi fuori qualcosa di diverso".

Su Maldini: "Ha fatto tanto per volermi. Lui e Massara mi hanno sempre voluto bene. Li ringrazio per quello che posso dare al Milan".

Su De Ketelaere: "Del tutto normale. La cosa è successa anche a me. Lui gioca con il peso del prezzo, dello stadio. Deve trovare delle sicurezze, ma quando entra in campo si vedono le sue qualità. Gli serve una super partita per vederlo davvero".

Su Leao: "Rafa è un ragazzo particolare, è un buono anche in campo. Nel calcio serve esserlo fino ad un certo punto. L'abbiamo visto, è un giocatore a cui servono due uomini per chiuderlo. Non ha la continuità dello scorso anno, ma quando parte arriva in porta. Ha il dono di essere il più forte, dobbiamo incitarlo".

Su Ibrahimovic: "Non si è calmato (ride). Ti stimola a giocarci contro. Ogni volta che perdi contro di lui ti massacra. Quando lo batti hai un'arma in mano".

Sulla crisi di gennaio: "In 5 minuti, contro la Roma, è crollato tutto. Non so cosa sia successo. Non capivamo perché. Ci siamo allenati al 100%, tutto il mese ogni partita. Poi arrivavamo alla partita e mollavamo dopo un tiro. Eravamo fragili. Siamo riusciti a tornare a vincere, in un momento dove capisci che devi difendere. Mese da non dimenticare. Lo abbiamo studiato e abbiamo preso delle piccole cose che vanno tenute per noi. Una follia quelle 7 partite, sono tante".

Sul cambio di modulo: "Difficile, ma è stata una decisione che ci ha aiutati. Non abbiamo giocato il nostro miglior calcio, non eravamo felici in campo, ma eravamo più sicuri, che era quello che serviva".

Sulla Champions League: "Sappiamo che è la competizione più bella da giocare con un club. Giocarla con il Milan, dopo lo scorso anno in cui abbiamo fallito. Dovevamo fare di più. Non avevamo l'esperienza per gestire quei momenti. Quello fa male. Noi dobbiamo giocare da Milan. Quando lo siamo possiamo fare partite come contro il Tottenham".

Sulla finale a Instabul: "Ero piccolo, me l'hanno raccontata. Non abbiamo obiettivi in testa, ma dobbiamo essere ambiziosi e giocare liberi. Giocare come se fosse la nostra partita". Calciomercato Milan – Dalla Premier: che occasione per il centrocampo!