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Milan, Dossena: “Contro il Torino, in queste condizoni, non sarà facile”

Stefano Pioli allenatore Milan Juric allenatore Torino
Beppe Dossena, ex centrocampista, ha parlato a tutto tondo della sua carriera, parlando anche del Milan e della sfida contro il Torino

Emiliano Guadagnoli

Beppe Dossena, ex centrocampista, ha parlato a tutto tondo della sua carriera, parlando anche del Milan e della sfida contro il Torino. Ecco le sue parole a Tuttosport.

Un ricordo su Milan Torino del 1985: "Ricordo poche immagini, al di là del gol di Walter. Però le emozioni affiorano: fu una grandissima soddisfazione, vincere a Milano. A maggior ragione per me che ero nato e cresciuto a due passi da San Siro".

Sulla vittoria del Torino e sulla partita di stasera: "Quella vittoria ci diede slancio. E in proporzione lo stesso può succedere al Toro. Innanzitutto l'occasione è ghiotta: il Milan ha valori tecnici superiori, ma i granata in questa fase sono più squadra, sono più compatti dei rossoneri. Il Milan è entrato in un loop pericoloso, mentre il Toro è più libero di testa. Vincere a Milano dopo i tre punti in casa e il successo in Coppa Italia avrebbe conseguenze pratiche legate alla classifica, e darebbe una carica potenzialmente decisiva, nell'ottica di puntare al settimo posto".

Su come il Milan possa uscire dalla crisi: "La fortuna del Milan si chiama Paolo Maldini. Lui è il leader attorno al quale stringersi per ripartire. In questa fase è palese la difficoltà della squadra a ricevere ogni input, che sia tattico o motivazionale. Maldini ne ha vissute parecchie, ha esperienza nel gestire i rapporti, è la base sulla quale riedificare il Milan. Pioli sta incontrando evidenti difficoltà, ma ciò non toglie che gli vada riconosciuto il lavoro straordinario compiuto nella passata stagione. Lo scudetto è stato un capolavoro sportivo, e i meriti di Pioli nella sua conquista sono stati ampi. Di sicuro non aveva la squadra più forte, ma con la giusta alchimia e un prezioso lavoro tattico arrivato davanti a tutti".

Sul ritorno di Ibrahimovic: "Opero un distinguo: il suo carisma può stimolare o intimorire, dipende dalla personalità dei songoli compagni. Se è percepito come un leader allora va benissimo, ma deve essere il leader di tutti, non di un gruppo all'interno dello spogliatoio".

Su Maignan: "La sua assenza pesa tanto: al di là delle parate, spesso decisive e importanti, è un portiere che trasmette sicurezza. Il suo recupero sarà dirimente, per le sorti della squadra di Pioli".

Sulle fatiche Mondiali di Giroud: "Avere tanti impegni può essere positivo, e con le cinque sostituzioni un giocatore può gestirsi. Se cura corpo e mente resta un attaccante forte".

Su come andrà Milan-Torino: "I granata uno contro uno in ogni zona del campo e per un Milan in queste condizoni non sarà facile. I rossoneri però hanno singoli forti, e Leao potrà essere il fattore decisivo".

Su De Ketelaere: "Lui è uscito dalla comfort zone che si era creato in Belgio e sta faticando. Ha qualità, e per tirarle fuori dovrebbe poter sbagliare ancora una serie di partite, vista la giovane età. Questo però posso dirlo io che non devo tenere conto dei risultati che il Milan ha necessità di cogliere. Se però lo si vuole far crescere gli va data fiducia. E la fiducia si traduce nella continuità di impiego. Adesso gli leggi in faccia la paura di tenere le giocate, in campo sembra un pulcino bagnato. Rimane un investimento da tutelare, un talento da proteggere, ma la sua maturazione mal si concilia con l'esigenza stretta che il Milan ha di tornare a ottenere risultati positivi". Calciomercato Milan – Rinnovo Leao, ora è tutto in fase di stallo

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