Su Theo Hernandez
—«E’ un esterno che mi piace tanto, uno dei più forti al mondo e non a caso ha eguagliato il numero di gol in A di Paolo Maldini. A Udine i rigori e le punizioni li calciavo, per questo qualche rete l’ho segnata, mentre al Milan con tutti i fenomeni che c’erano, neppure nelle partitelle in allenamento li tiravo».
Se si aspettava di più da Theo e Leao
—«Sono due fuoriclasse e devono dimostrarlo con continuità. Tutti chiedono molto a Theo e Rafa. Vedrete che saranno decisivi».
Su Ancelotti
—«Un tecnico incredibile, una guida per il gruppo: abbiamo vinto la Champions e poi la Supercoppa Europea, ma la partita più bella di tutte è stata la semifinale di ritorno contro lo United: un 3-0 netto e meritato. Ancelotti è ancora il migliore e il Real fa bene a tenerselo stretto. Ho un bel ricordo anche di Leonardo e Allegri, anche se a causa degli infortuni ho potuto dare meno il mio contributo».
Da Berlusconi-Galliani a Cardinale-Ibrahimovic: quanto è cambiato il Milan?
—«Berlusconi e Galliani hanno cambiato tutto il mondo del calcio con loro intuizioni. A Galliani sarò sempre grato perché mi ha preso nel 2005 nonostante mi fossi rotto il perone. Berlusconi quando veniva a Milanello ci dava sempre una carica speciale. Ibrahimovic è diverso perché è alla prima esperienza da dirigente, ma ha una voglia di vincere pazzesca. Ho giocato con lui un anno al Milan e non accettava di perdere neppure nelle partitelle di allenamento… Noto che gli piace ancora prendersi le responsabilità e metterci la faccia rilasciando certe dichiarazioni. Così i giocatori sono più tranquilli e ‘protetti’». LEGGI ANCHE: Calciomercato Milan - Tonali: i dettagli della cessione. E c'è una novità
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