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Milan, Zaccheroni: “Leao ha enorme qualità. Tonali fondamentale”

Alberto Zaccheroni, ex allenatore del Milan
L'ex allenatore del Milan, Alberto Zaccheroni, ha parlato alla Gazzetta dei suoi rossoneri e della rivoluzione del 1998

Nel 1998 il Milan fece la rivoluzione. Via gente del calibro di Desailly, Savicevic, Kluivert e tanti altri. Alberto Zaccheroni vinse lo scudetto nel suo primo anno in rossonero. L'allenatore ne ha parlato sulle pagine de La Gazzetta dello Sport.

Su se si può vincere anche cambiando molto: «Il Milan che presi io nei due anni precedenti arrivò decimo e undicesimo con Sacchi e Cappello, dunque qualche problema l’aveva per forza. Non è il caso di questo Milan, che per me ha fatto molto bene. E non è una squadra consumata. Allora c’era da cambiare anche sul piano del gioco, bisognava ridurre il campo d’azione dei giocatori, perché la loro qualità non si discuteva ma la quantità sì essendo in là con gli anni. Mi sono basato sullo zoccolo duro, Maldini, Costacurta,e Albertini. Ho detto che avevo un’idea per risalire e loro mi risposero: ci convinca e le verremo dietro. Beh, hanno trascinato tutti. Poi qualcun si è anche adattato come Leonardo, che misi a destra. E tanto tempo dopo mi disse: “Non ho mai fatto tanti gol e assist come in quella stagione”. Ora giocano tutti a piedi invertiti».


Su Bierhoff e Helveg: «Non li chiesi io, li prese Galliani. Ma mi hanno aiutato conoscendo il 3-4-3. Helveg copriva tanto campo, Bierhoff segnava facile».

Su Guglielminpietro: «Lui era un attaccante e come attaccante ne avevo di più forti. Ma Guly aveva una gran gamba, quello che mi serviva a sinistra del centrocampo. Così l’ho reimpostato lì. Non è vero che eravamo scarsi, avevamo qualità, altrimenti non vincevamo. Ma dovevamo modificare qualcosa».

Su Ambrosini: «Decisivo. Avevamo bisogno di uno che coprisse 80 metri di campo, bravo negli inserimenti. Lui ha permesso ad Albertini di giocare davanti alla difesa».

Sul poco utilizzo di alcuni giocatori: «Diverse ragioni. Per dirne uno, Ayala. Billy giocava in maniera straordinaria, con me ha fatto tre anni stupendi. Alla faccia di chi diceva che ormai era un ex. Dunque Ayala era chiuso. Ho fatto giocare chi dava più garanzie. Mi sono concentrato sempre sulla qualità, e cambiando di ruolo a parecchi giocatori. L’avevo fatto anche a Udine».

Su Abbiati: «Lehmann era il primo ma ha perso il posto alla 2a giornata a Cagliari. Non si era inserito nel gruppo, troppo importante. Così ho messo Rossi, ma dopo che Abbiati lo ha sostituto causa lunga squalifica non l’ho più tolto perché era una garanzia. E pensare (ride, ndr.) che nelle partitelle lo facevo giocare centravanti e gli dicevo che se andava male in porta ci stava bene come 9 in C1».

Sul rinnovo di Leao: «Ha enorme qualità. Era da tenere assolutamente. Quest’anno però deve alzare la quantità, ha coperto meno campo della scorsa stagione».

Su un altro giocatore insostituibile: «Tonali, lui non si può toccare, è fondamentale. Non vedo un giovane in Italia superiore a Tonali nell’imbuto di centrocampo»

Su chi prendere: «Dipende sempre da come vogliono giocare, ma dove serve più qualità è sempre davanti. Prenderei un attaccante come alternativa a Giroud. E poi può darsi che De Ketelaere sbocci. Io vedo qualità in lui, prima di bocciarlo ci ragionerei molto». LEGGI ANCHE: ESCLUSIVA - Le parole di Pellegatti sul calciomercato del Milan NOVITÀ! Commenta questa news QUI!

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