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Milan, Zlatan Ibrahimovic a tutto tondo: la carriera da allenatore, Haaland e il Bayern Monaco

Fabio Barera Redattore 
Zlatan Ibrahimovic, Senior Advisor di RedBird per il Milan, ha rilasciato alcune dichiarazioni interessanti sul suo presente e non solo

Zlatan Ibrahimovic, Senior Advisor di RedBird per il Milan, ha rilasciato un'interessante intervista a 'Sports Illustrated'. Tanti i temi toccati, dal suo presente alla possibilità di fare l'allenatore. Ecco, dunque, le sue parole in merito.

Milan, Ibrahimovic: "Non può esserci un nuovo Zlatan. Io al Bayern Monaco? Vi dico ..."

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Sull'obbedienza dei più giovani: "Se torni indietro di dieci anni, probabilmente la gente dice la stessa cosa: "La nuova generazione non ascolta la vecchia generazione. E se guardi indietro di vent'anni, sarebbe la stessa cosa". Ma i giovani giocatori dovrebbero avere esattamente questa fiducia in se stessi e questa mentalità per poter andare per la propria strada. Non puoi portargli via questo carattere, questa ambizione e queste visioni. Bisogna permettere loro di vivere un po' e di fare le proprie cose. Naturalmente anche loro dovrebbero imparare - ed è quello che considero il mio compito: guidarli nel loro percorso con la mia esperienza di leader.

Se continua a non vedersi come allenatore: "Attualmente sì. Non voglio fare l'allenatore perché è troppo lavoro per me. Devi coprire tante aree, trovare idee e soluzioni, preparare e seguire le partite e allenare. Lavori giorno e notte. Un anno da allenatore mi sembrerebbe dieci anni. Quindi la cosa non mi attira".

Sullo sviluppo del calcio attraverso la tattica: "Questo ha meno a che fare con il calcio che con gli allenatori. Molti allenatori hanno una filosofia e uno stile di gioco, e poi il singolo giocatore diventa insignificante perché tutti sono costretti ad adottare una tattica o un sistema come una sola parte. Certo, la filosofia di un allenatore è importante e serve per gestire la squadra. Ma credo che il singolo giocatore sia la cosa più importante nella squadra. Perché va in campo e fa la differenza. E in generale non credo che il calcio diventi noioso. Piuttosto, sento che continua a crescere. Devi semplicemente essere intelligente e non chiuderti ai nuovi sviluppi".


Sul paragone con Haaland: "Forse è la coda di cavallo ( ride ). Non mi piace paragonare i giocatori tra loro perché ognuno intraprende il proprio viaggio e scrive la propria storia. Ho avuto la mia era, ho giocato a modo mio. Adesso ha la sua epoca e gioca a modo suo. Quindi non può esserci un “nuovo Zlatan”. Ho fatto il mio dovere, ma ormai ho superato la data di scadenza. Erling Haaland è un grande giocatore e fa un lavoro fantastico".

Sul trasferimento in Germania durante la sua carriera: "Il calcio in Germania è eccezionale. Adoro gli stadi lì perché sono sempre esauriti. Giocare per un club come il Bayern Monaco sicuramente non sarebbe stato male, proprio per la storia e i giocatori del club. Per me il Bayern è uno dei cinque club più grandi del mondo. Ammiro molto il calcio tedesco e la nazionale. (…) Non potevano permetterselo ( ride ). Ma no, a dire il vero non c’è mai stata la possibilità di trasferirsi lì. Sarebbe stato sicuramente bello, ma il destino aveva altri piani per me". LEGGI ANCHE: Milan, Leao così può svoltare davvero: i segnali parlano chiaro