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Modena, Pedro Mendes: “Leao brava persona. Vi svelo un retroscena”

Rafael Leao AC Milan-Genoa 0-0 Serie A News
Pedro Mendes, calciatore del Modena, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista soffermandosi sull'amicizia con Rafael Leao del Milan
Fabio Barera Redattore 

Pedro Mendes, calciatore del Modena, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista ai microfoni del quotidiano 'La Gazzetta di Modena', soffermandosi sull'amicizia con Rafael Leao del Milan. Ecco, dunque, un estratto delle sue parole.

Modena, Pedro Mendes emozionante sull'amicizia con Leao: e rivela un aneddoto significante

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Sull'amicizia con Rafael Leao: «Sono andato via di casa a 17 anni è mi è piaciuto molto perché hanno un centro sportivo in cui si può anche abitare fino alla maggiore età. L’esperienza con l’Under 23 è stata bellissima perché avevamo una squadra molto forte con gente del calibro di Nuno Mendes, Matheus Nunes, Vitinha, Thierry Correia ed anche Rafael Leao. E’ una brava persona ed anche un bravissimo giocatore. Siamo rimasti amici dopo Lisbona, è anche venuto qua e ha regalato la sua maglia a me e due amici».


Sulle sue passioni: «Fin da piccolo mi piacevano il calcio e le moto poi forse mio papà ha capito che queste erano uno sport molto più tosto e ha optato per il calcio. Appena finirò di giocare, però, me ne comprerò almeno un paio, mi piacciono sia quelle da strada che da cross».

Sull'esordio in Europa League: «Sono entrato e dopo 70 secondi di partita ho fatto gol. Ricordo che ho stoppato la palla e questo mi ha aiutato anche a tirare subito di prima e segnare. E’ stato bello, quel gol mi ha poi aperto alcune opportunità per la mia carriera».

Sull'arrivo in Italia e il rapporto con i tifosi: «Non avevo mai pensato di arrivare in Italia, anche se mi piaceva, poi c’è stata l’opportunità di Ascoli e quest’estate del Modena. Ho trovato un ambiente bellissimo, sono arrivato direttamente a Fanano e i compagni mi hanno accolto alla grande, sono stati carini anche quando non mi allenavo. Oltre a Botteghin, che già conoscevo, ho fatto amicizia in particolare con Palumbo e Bozhanaj. Le mie sfide con quest’ultimo sulle punizioni? In allenamento ho già vinto pranzi, cene e di tutto, vinco sempre io. Per il pubblico, la città, la storia e il momento credo sia stato uno dei miei gol più importanti. Sono un idolo? No, devo fare ancora di più per diventarlo. Amo la Curva Montagnani, mi piace tanto andare sotto ad esultare».

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