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Morata rivela: “Ecco perché al Milan non mi sentivo più a mio agio”

Daniele Triolo Redattore 
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Álvaro Morata, attaccante che il Milan ha ceduto in prestito a gennaio al Galatasaray, ha parlato a 'MARCA': le sue dichiarazioni

Álvaro Morata, attaccante spagnolo classe 1992 che il Milan ha ceduto in prestito al Galatasaray nell'ultima sessione invernale di calciomercato, ha parlato in esclusiva a 'MARCA'. Ecco, qui di seguito, uno stralcio delle sue dichiarazioni.

Ex Milan, Morata: "Se tutto va bene giocherò la Champions l'anno prossimo"

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Sul suo approdo a gennaio al Galatasaray: "Sono molto felice. Sto vivendo un'esperienza che a priori potrebbe essere diversa, ma ho trovato un Paese meraviglioso, una società incredibile e delle persone estremamente piacevoli. Amo la vita che ho qui e sono molto felice di essere venuto".

Sul passaggio dal Milan al Galatasaray a stagione in corso: "Circostanze calcistiche. Alla fine ognuno deve pensare alle proprie cose. È facile dare un parere, ma se tutto va bene la prossima stagione giocherò la Champions League e per me è una cosa importante. Volevo continuare a competere ai massimi livelli europei, cosa che non è facile".

Se si diverte ancora a giocare a calcio: "Nel mio caso ci si diverte. A volte forse meno. È un lavoro e con gli anni è difficile capire certe cose. A volte ho sofferto più del dovuto da solo. Col tempo ho capito che non posso combattere perché quelle non sono le mie circostanze. Quello che voglio è essere felice, godermi gli ultimi anni della mia carriera ed essere il più bravo possibile".


Se si trova bene in Turchia: "Sì, molto. Ho trovato un posto dove mi trattano in modo speciale, con tanto affetto, tanto amore e sono molto felice con la gente. Tutti mi avevano detto che i turchi sono meravigliosi, ma finché non sono arrivato qui e non l'ho provato, non ti rendi conto di cosa c'è di più. Ti darebbero tutto quello che hanno. Molte volte non è una critica, tanto meno verso altri posti, qui posso andare più tranquillo che in altri posti d'Europa. Ho calma e tranquillità".

"Milan? Alla fine non ero tanto a mio agio. Ero andato lì per Fonseca"

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Sul perché ha lasciato la scorsa estate l'Atlético Madrid per il Milan: "In quel momento era quello che il mio corpo e la mia testa chiedevano. Ci sono momenti in cui le decisioni si prendono nei momenti opportuni, più o meno corretti, ma alla fine penso che se mi guardo indietro mi rendo conto che i tifosi erano riusciti, in un certo modo, a capirmi e dopo gli Europei la gente in Spagna non mi vedeva più nello stesso modo, ma sono decisioni che si prendono. Sono andato al Milan per via dell'allenatore Paulo Fonseca, che mi ha dimostrato di volermi tantissimo, ma dopo qualche mese, un progetto che sembra che una cosa diventa un'altra a causa del calcio stesso. Alla fine non ero tanto a mio agio perché ero andato lì per stare con Fonseca".

Su cosa ha significato Diego Pablo Simeone per lui: "Simeone, anche se in pochi lo sanno, mi ha aiutato tantissimo, tantissimo. Non solo sotto l'aspetto calcistico, anche quando non stavo bene, quando ho attraversato un periodo molto, molto, molto difficile per diverse cose calcistiche e ho toccato il fondo dopo la partita di Champions League contro il Borussia Dortmund. Mi ha aiutato molto. Come allenatore lo conosciamo tutti, ma l'anno scorso ho scoperto una grande persona che mi ha aiutato tantissimo, sinceramente".

"Chi mi conosce, mi vuole bene. Al Milan ..."

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Su come riesce a farsi amare in tutte le squadre in cui è stato: "A me succede la stessa cosa nella mia vita. Molte persone che forse non mi conoscono, ma che hanno amici in comune, dopo due o tre cene, mi riconoscono e mi dicono che all'inizio non gli piacevo o che pensavano qualcos'altro di me. Nel calcio la gente parla o pensa a quello che faccio in campo e io non posso discuterne perché è per questo che ci pagano, per essere giudicati sul campo. Come persona ho sentito molte volte cose che provengono da persone che non mi conoscono. Chi mi conosce, mi vuole bene. Dico ai miei che la cosa più bella è vedere come mi hanno salutato quelli del Milan".

Sulla vita a Istanbul con la moglie e con i figli: "Sono molto felice. Tutto nella vita ha uno scopo, per migliorare, per appianare piccole differenze. Ci amiamo moltissimo e non è successo nulla di importante per prendere quella decisione. Sono state piccole cose che mi hanno aiutato a valorizzarmi, saper distinguere cosa vuoi e cosa non vuoi, e voglio stare con la mia famiglia tutta la vita".

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