Sul rapporto che aveva con Berlusconi sul piano umano: «C’è sempre stato un grande rapporto, sempre grande affetto nei miei confronti. L’ultima volta che parlò di Milan e dei suoi giocatori disse: “Baresi è super perché è un uomo leale e professionale”. Sono le parole che mi hanno riempito di più di orgoglio al di là delle vittorie con la squadra sul campo».
Sulla rivoluzione apportata da Berlusconi nel mondo del calcio quando nessuno gli credeva: «E’ stata la sua forza, dove ha iniziato e dove ha voluto portare qualcosa di suo ci è sempre riuscito. Per primo ci ha creduto e poi anche noi insieme a lui abbiamo cominciato a pensare di poter diventare la squadra più forte. Nel mondo del calcio è stato il fautore di tante cose, ha dato lustro al nostro movimento, in quegli anni tutti facevano dell’ironia, invece poi ha avuto ragione. Ha portato organizzazione e cultura del lavoro. Ha portato un gioco offensivo, ha scelto persone che erano in grado di portare in campo ciò che desiderava. Dagli allenatori, ai giocatori, ha dimostrato sempre una grande competenza».
Sull'aggettivo che tutti usano per descrivere Berlusconi, ovvero 'geniale': «Sì, condivido. È stato geniale e nessuno credo possa dire il contrario. Geniale e innovativo, merita tutti questi riconoscimenti perché era un personaggio unico in tutto quello che faceva».
Sul ciclo del Milan di Berlusconi che può essere irripetibile: «Un ciclo così lungo e vincente credo che sia irripetibile, anche perché il calcio è cambiato molto e sappiamo quante difficoltà ci sono adesso. Credo che lui rimarrà il Presidente più vincete e più importante della storia del calcio italiano, per quello che ha dato e vinto credo non sia replicabile».
Sull'ultimo saluto a Berlusconi: «Mi sento un po’ più solo, la sua mancanza è forte. Tutti gli aggettivi che stiamo usando in questi giorni sono giusti. Per me è stato un papà oltre che un grande Presidente». Milan, Furlani tenta il colpo a centrocampo >>>
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