Sull'ultimo incontro tra Scaroni e Berlusconi: "L’ho visto per l’ultima volta in una colazione ad Arcore il 26 maggio e Silvio è riuscito a lasciarmi a bocca aperta per l’ennesima volta. Era appena tornato a casa dopo il lungo ricovero al 'San Raffaele' ma si era già rimesso al lavoro, programmando il futuro su tutti i fronti. Da grande visionario qual era, guardava solo avanti senza mai voltarsi indietro».
Sul rapporto di amicizia di lunga data tra Scaroni e Berlusconi: «Ho conosciuto Berlusconi all’Ambasciata italiana a Londra nel 2001. Lui era stato appena nominato Primo Ministro per la seconda volta e io ai tempi lavoravo nel Regno Unito. Da allora la mia vita si è intrecciata moltissimo alla sua. Fu Berlusconi a chiedermi di rientrare in Italia per diventare amministratore delegato di Enel e successivamente di Eni».
Sul diventare Presidente del Milan nel 2018: «Da quel momento i contatti tra noi si sono intensificati ulteriormente. Anche perché il suo amore per i colori rossoneri non si è mai spento. Lo ricordo a 'San Siro', guardavamo le partite insieme, uno accanto all’altro in tribuna. Quando ha acquistato il Monza, poi, si è dedicato con grande passione alla sua nuova creatura, senza tuttavia allontanarsi mai dal Milan: non si perdeva una partita in tv. È sempre rimasto vicino al nostro club».
Su cosa gli disse Berlusconi quando Scaroni divenne Presidente del Milan: «Da grande appassionato ed esperto di calcio, nei primi tempi mi sommergeva di consigli tecnici. “Paolo, il mio Milan ha sempre giocato all’attacco, con Sacchi abbiamo rivoluzionato il calcio e abbiamo vinto tutto in Europa e nel Mondo dando spettacolo. La squadra deve continuare a giocare così anche nei prossimi anni”. Io gli rispondevo: “Silvio, sai che non mi occupo di questi aspetti, devi parlare con l’allenatore ...”. E lui lo faceva: conosceva tutti benissimo, li chiamava al telefono e chiacchierava con loro di tattica e sistemi di gioco».
Sulle telefonate tra Berlusconi e Pioli: «Lo chiamava, certamente, anche perché lo stimava tantissimo. Di Pioli apprezzava le qualità da allenatore, ma anche la serietà, la professionalità e lo stile, perfetto per il Milan».
Su cosa mutuerebbe dal Berlusconi Presidente del Milan: «Mi piacerebbe avere il suo inesauribile entusiasmo e quella incredibile capacità di galvanizzare tutti, dai giocatori e i tecnici fino ai magazzinieri. Berlusconi è stato prima di tutto un grandissimo motivatore: riusciva a cogliere l’animo e le aspirazioni delle persone e sapeva sempre come accendere la scintilla. In fondo parte tutto da questo, e la sua storia lo dimostra: dal calcio alla politica, alla base dei suoi successi ci sono sempre stati il coinvolgimento e la passione che riusciva a trasmettere agli altri».
Sull'eredità che lascia oggi Berlusconi: «È stato un uomo che ha riscosso successo in tutti i settori. Nel mondo degli affari, perché è stato un visionario capace di rivoluzionare la televisione italiana e portarla in territori che ai tempi nessuno avrebbe potuto immaginare. Nello sport, perché il suo è stato il Milan più vincente di sempre. E in politica: piaccia o non piaccia, per oltre vent’anni Silvio Berlusconi ha giocato un ruolo chiave nella storia del nostro Paese. Era una persona buona e generosa, straordinariamente disponibile. È stato speciale, uomini così non ne nascono spesso, né in Italia né altrove». Milan, Tonali interessa in Premier League >>>
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