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INTERVISTE

Hamsik: “È l’Inter l’anti-Napoli. Ma occhio a Milan e Juventus …”

intervista Hamsik Napoli
Marek Hamsik, ex centrocampista del Napoli, ha parlato della lotta Scudetto e di molto altro al 'Corriere dello Sport' oggi in edicola
Daniele Triolo Redattore 

Marek Hamsik, ex centrocampista, in Italia, di Brescia e Napoli, ha rilasciato un'intervista in esclusiva al 'Corriere dello Sport' oggi in edicola. Ecco, qui di seguito, uno stralcio con le dichiarazioni più interessanti.

Ex Napoli, le parole di Hamsik sulla Serie A e non solo

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Sullo Scudetto 2023-2024: «Alla terza giornata di campionato non si può dire, si rischiano figuracce, come ha insegnato il Napoli di Spalletti. Però l’Inter è partita molto bene, viene dalla finale di Champions League, quindi ha consistenza e proverà a strappare il titolo al Napoli. Non dimentico Milan e Juventus, i valori delle squadre si conoscono, Rudi Garcia ha uomini di spessore, un progetto che va avanti ormai da un decennio, Victor Osimhen e Khvicha Kvaratskhelia; però anche le altre sono attrezzate. Per chi tifo io? Non glielo direi... (ride, n.d.r.)».


Sul campionato vinto in Turchia con il Trabzonspor: «È stata una gioia immensa, che non avrei mai immaginato di conoscere. Sono grato al Trabzonspor, che mi ha offerto la possibilità di misurarmi in una realtà insolita per me e di farlo da protagonista, riuscendo ad ottenere un risultato straordinario per il club ma pure per me stesso».

Sul fatto di aver vinto di meno di quello che avrebbe meritato: «È andata così ma non ho rimpianti. Mi sarebbe piaciuto riuscirci con il Napoli, per vivere l’entusiasmo di quella città che sento mia. Ma ho avuto modo di sentirmi felice egualmente, perché le Coppe Italia e la Supercoppa non si dimenticano. E anche tutte le emozioni che comunque abbiamo condiviso».

Sui suoi studi da allenatore e su che calcio si immagina di proporre: «Ho avuto modo di acquisire nozioni che ho fatte mie e l’Italia è stata la mia scuola: cercherò di portare in campo quello che ho appreso, uno stile di gioco che vi appartiene, che mi ha conquistato, che ho avuto modo di apprezzare, che diverte».

Sul modulo 4-3-3 che potrebbe utilizzare: «Direi di sì. Mi è piaciuto questo modello di interpretazione, mi ha dato tanto, anche se ho avuto modo di giocare in vari modi diversi».

Sull'allenatore preferito avuto in carriera: «Dico Maurizio Sarri, nonostante fosse molto impegnativo, per così dire. Ci diceva tante cose, a volte mi chiedevo anche: ma perché? A cosa ci servono? Ci riempiva la testa, se posso usare una frase che può rendere bene il concetto. Aveva ragione lui, probabilmente».

Sull'esperienza in Cina nel 2019: «È stata una esperienza che mi ha arricchito, in ogni senso, per conoscenze calcistiche, culturali e anche per danaro».

Sugli arabi come i 'nuovi cinesi': «Mi sembra che si siano portati avanti, acquistano giocatori giovanissimi, riescono a portare da loro talenti insospettabili. Hanno la voglia di incidere in maniera possente e anche immediata. E se mi domanda, ma ci saresti andato? rispondo di sì, senza alcuna ipocrisia. Non sono venale, ma certe proposte - pure per la loro portata professionale - non vanno ignorate».

Su Luciano Spalletti, ex Napoli, quale Commissario Tecnico della Nazionale Italiana: «Fino al momento in cui Mancini si è dimesso, non ci avrei pensato. Ma non appena è venuta fuori la notizia, quello è stato il primo nome che mi è venuto in mente. Lo spettacolo del Napoli è stato così incantevole che non poteva non condurre a lui. Penso sia stata la decisione più giusta». Milan, uno svincolato di lusso subito da Pioli? Le ultime news >>>

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