Sui suoi studi da allenatore e su che calcio si immagina di proporre: «Ho avuto modo di acquisire nozioni che ho fatte mie e l’Italia è stata la mia scuola: cercherò di portare in campo quello che ho appreso, uno stile di gioco che vi appartiene, che mi ha conquistato, che ho avuto modo di apprezzare, che diverte».
Sul modulo 4-3-3 che potrebbe utilizzare: «Direi di sì. Mi è piaciuto questo modello di interpretazione, mi ha dato tanto, anche se ho avuto modo di giocare in vari modi diversi».
Sull'allenatore preferito avuto in carriera: «Dico Maurizio Sarri, nonostante fosse molto impegnativo, per così dire. Ci diceva tante cose, a volte mi chiedevo anche: ma perché? A cosa ci servono? Ci riempiva la testa, se posso usare una frase che può rendere bene il concetto. Aveva ragione lui, probabilmente».
Sull'esperienza in Cina nel 2019: «È stata una esperienza che mi ha arricchito, in ogni senso, per conoscenze calcistiche, culturali e anche per danaro».
Sugli arabi come i 'nuovi cinesi': «Mi sembra che si siano portati avanti, acquistano giocatori giovanissimi, riescono a portare da loro talenti insospettabili. Hanno la voglia di incidere in maniera possente e anche immediata. E se mi domanda, ma ci saresti andato? rispondo di sì, senza alcuna ipocrisia. Non sono venale, ma certe proposte - pure per la loro portata professionale - non vanno ignorate».
Su Luciano Spalletti, ex Napoli, quale Commissario Tecnico della Nazionale Italiana: «Fino al momento in cui Mancini si è dimesso, non ci avrei pensato. Ma non appena è venuta fuori la notizia, quello è stato il primo nome che mi è venuto in mente. Lo spettacolo del Napoli è stato così incantevole che non poteva non condurre a lui. Penso sia stata la decisione più giusta». Milan, uno svincolato di lusso subito da Pioli? Le ultime news >>>
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