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Nassi: “Quando parlano di Berlusconi e chiedono se ce ne sarà un altro…”

Fabio Barera Redattore 

Claudio Nassi, ex calciatore, ha rilasciato alcune dichiarazioni ricordando l'ex presidente del Milan Silvio Berlusconi

Claudio Nassi, ex calciatore, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di 'TMW', soffermandosi sul ricordo dell'ex presidente del Milan Silvio Berlusconi. Di seguito le sue parole a riguardo.

Le parole di Claudio Nassi su Silvio Berlusconi

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"Fui invitato a vedere Como - Milan, 1-2, di Coppa Italia. Poi tutti a cena alla "Darsena". Berlusconi era con mamma, fratello e Galliani, oltre a Gattei, Pozzi e Zerboni, dirigenti lariani. Il sottoscritto presente con un amico, Presidente del T.C. Pistoia e vetero comunista. Assistemmo allo show del Cavaliere, che, tra una carezza e un bacio alla mamma, raccontò quando, allenatore dell'EdilNord, vinse due campionati giocando in contropiede e sfruttando la velocità del fratello. Uno spettacolo. Detto questo, sono a correggere un'intervista di Paolo Condò a Sacchi, dove si parlava di Berlusconi. Ho scomodato anche Sogliano per avere conferma di chi, allora consigliori di Galliani, portò Arrigo al Milan, che, per due volte, fu sul punto di essere esonerato. La prima dopo la sconfitta di Coppa a Lecce con l'Espanyol. Il venerdì sera a cena con Gianni Brera e Franco Rossi, il Presidente disse che, se il Milan avesse perso a Verona, lunedì mattina l'allenatore sarebbe stato Capello. La seconda fu salvato dalla nebbia a Zagabria, quando perdeva 1-0".

"Niente di nuovo, come parlare di Berlusconi ed elencare quello che ha fatto. Una volta domandai a Franco Cocco, andreottiano di ferro e responsabile del settore giovanile della Roma, che cosa fosse più difficile: il calcio o la politica. Rispose: "In politica arriva la coltellata e sai da dove, nel calcio non lo sai mai".

Ho imparato a giudicare le persone da quello che facevano nel calcio. Se Berlusconi in 31 anni vince 29 trofei e porta il Milan sul tetto del mondo, è un super. D'accordo, Galliani sul piano politico è il numero uno, ma se non avesse goduto la totale stima del capo avrebbe fatto le valigie. Si salvò a Marsiglia, quando commise la corbelleria di ritirare la squadra. Fu perdonato, ma non gli sarebbe stato permesso un ulteriore errore".


"Per capire il rispetto che anche i più stretti collaboratori avevano, ricordo che, fino all'ultimo giorno, Adriano non si è permesso di dargli del tu. Mantovani ripeteva che aveva una marcia in più.

Quello che ha passato è incredibile, per chi andava a braccetto con Bush e Putin, ospitava a Villa Certosa, a Porto Rotondo, la figlia del Premier russo e vantava rapporti con Gheddafi, come forse nessuno, quando era il primo nemico degli USA. Inutile ripetersi. Ha commesso errori, si è reso antipatico per la megalomania, ma ha fatto l'incredibile. Quando parlano di questo signore e dicono se ne vedremo un altro, viene da rispondere: "Quando il Milan vincerà 29 trofei in 31 anni!". LEGGI ANCHE: Fuori De Ketelaere? Ecco chi potrebbe arrivare