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Antonio Nocerino con il Milan nella stagione 2011-2012 (credits: GETTY Images)
NEWS MILAN - Verità senza particolari filtri. Grazie alle dirette sui social, molti calciatori, dirigenti e allenatori stanno ricordando e raccontando retroscena storici e spesso curiosi e divertenti, oltre che discutere della propria quotidianità. Oggi 'intervista' per Antonio Nocerino, in diretta Instagram con il giornalista Nicolò Schira.
Nocerino ha anzitutto raccontato la sua esperienza al Milan: "L’inizio non è stato facile. Sono stato accolto con scetticismo, anche io temevo di non giocare e perdere la chance di andare dall’Europeo. Invece piano piano mi sono ritagliato il mio spazio ed è andata bene. Un’annata fantastica: 11 gol e sono andato a Euro 2012".
Ma c'è un rimpianto in quella stagione rossonera: "L’unica nota amara è stata quella di non aver vinto lo Scudetto. Eravamo uno squadrone, dove ti giravi c’era un campione. La forza di quella squadra erano gli uomini incredibili che la componevano. Grandissimi uomini prima ancora di essere super campioni. Erano di una umiltà allucinante: dopo il primo giorno mi sembrava di essere lì da anni. Il gruppo italiano Abate, Ambrosini, Antonini, Nesta, Gattuso e Inzaghi mi ha aiutato tanto a livello umano. Quel Milan l’ho sempre guardato in televisione e sognato: giocarci per me è stato come per un bambino andare a Disneyland".
Un parere su Zlatan Ibrahimovic: "All'epoca era tra i tre calciatori più forti al mondo con Messi e Ronaldo. Adesso resta tra i primi 8, è un vincente nato. Non mi meraviglia l’impatto che ha avuto in questi mesi al Milan. L’avevo visto da vicino anche in MLS: professionista incredibile, si carica prendendosi le responsabilità. Anche a Milano lo sta facendo: ha alleggerito le pressioni e lo stress dei suoi compagni, caricandoselo lui sulle spalle e facendo crescere tanti ragazzi con la sua leadership".
Cosa pensa di Edinson Cavani e di un possibile ritorno in Serie A: "Edi è un campione, avrei messo la mano sul fuoco sulla carriera che ha fatto. Correva più di noi centrocampisti: un’ateta incredibile, si allenava con una fame e una cattiveria incredibile. Ritorno in Italia? Sta bene fisicamente e ha appena 33 anni. Per me può fare ancora una caterva di gol. Tre anni a grandi livelli sono sicuro possa farli ancora. È un animale da gol, professionista serissimo, non molla mai. Napoli o Inter? Non so chi può permetterselo, ma lo prenderei ad occhi chiusi. 20-25 gol a stagione può farli con la sigaretta in bocca".
Il suo rimpianto più grande, l'esperienza al Napoli: "È l'unico rimpianto della mia carriera non essere riuscito a indossare quella maglia. La mia famiglia viveva a Napoli, io sono napoletano e sarebbe stato bellissimo. Nel 2007 ero a un passo, ma poi Ranieri mi convinse a restare alla Juve. Giocare anche solo una partita con il Napoli sarebbe stato bello. Allenarlo in futuro? Chissà...".
E proprio sul suo futuro da allenatore: "Mi piace tanto questo nuovo ruolo, mi affascina e sono convinto di aver scelto il ruolo giusto. Nella mia carriera sono stato fortunato, ho avuto grandi allenatori e insegnanti di calcio. Sono cresciuto molto grazie a loro, mi hanno insegnato i trucchi del mestiere fin dai tempi delle giovanili".
Infine sull'esperienza, breve, al Torino con Gian Piero Ventura allenatore: "Sono stati i sei mesi più brutti della mia carriera. Una scelta che non rifarei, mi sono trovato malissimo. Sopratutto con l’allenatore Ventura". Intanto novità circa il futuro attaccante del Milan >>>
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