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Antonio Nocerino, qui con la maglia del Milan nel 2012 (credits: GETTY Images)
"NEWS MILAN - Antonio Nocerino, ex centrocampista del Milan, ha parlato in esclusiva ai microfoni di 'Radio Rossonera': ecco l'intervista integrale di Nocerino, che, con la maglia del Diavolo, ha realizzato 13 gol in 96 gare.
"Sul suo stato di salute: "Bene, sono a casa in America".
"Su come sta andando la sua quarantena negli States: "Uguale all'Italia. Qui è tutto chiuso e ci hanno detto di stare a casa. Sfrutto questo tempo per stare con la mia famiglia. Passo le mie giornate studiando, aggiornandomi e guardando partite. Seguo le lezioni dell'associazione italiana allenatori. Cerco di sfruttare ogni minimo momento anche per crescere professionalmente. Non potendo sfruttare il campo, esercito la mia passione in altri modi".
"Su come passa il suo tempo libero: "Quando i figli vanno a nanna, guardo tantissime cose insieme a mia moglie come "La casa di carta". Serie tv preferita? Ozark". Videogiochi? No, nulla non ho tempo per giocarci; però gioco a calcio con mio figlio; lui è più forte (sorride n.d.r.)".
"Su cosa è stato il Milan per lui: "Amore a prima vista! Il primo giorno che sono arrivato a Milanello è stata un'emozione indescrivibile. Ormai ho un rapporto d'amicizia consolidato nel tempo con molte persone che lavorano lì. Il Milan è stato molto importante per me professionalmente ma umanamente ancora di più".
"Sulle emozioni per il gol al 'Camp Nou' contro il Barcellona: "Un sogno! Non l'avrei mai immaginato. C'era mio padre in tribuna, era la prima volta che vedeva una partita fuori dall'Italia; mia moglie mi ha poi raccontato che ha pianto dopo il mio gol. Quando ho iniziato a giocare a calcio ho realizzato il sogno di mio padre; so quanti sacrifici ha fatto e quanto mi ha sempre supportato. Tutto quello che ho fatto nel calcio l'ho fatto prima per lui e poi per me. Non dimentico che sulle spalle porto il suo cognome".
"Sui tifosi di tutte le squadre che gli vogliono ancora bene: "Sono una persona onesta e sincera, non so fingere. In campo conosco i miei limiti e cerco sempre di essere all'altezza e di fare quel qualcosa in più. Bisogna rispettare le persone che fanno un sacrificio comprando un biglietto per vederti. Il mio alla fine non è un lavoro ma una passione, mi reputo un privilegiato".
"Sul coro a lui dedicato dai tifosi del Milan: "Non me lo sarei mai aspettato. Un giocatore normale come me che arriva al Milan e ha un coro tutto suo rappresenta un onore e un privilegio. Questo fa capire il rapporto che si è creato tra me e tutti i tifosi; io mi rispecchiavo in loro e loro si rispecchiavano in me: un'alchimia naturale".
"Sul Milan di oggi: "Secondo me il Milan ha cercato di iniziare un processo di crescita tramite dei buoni giovani ma questi buoni giovani a mio avviso hanno bisogno di essere aiutati da giocatori esperti perché la maglia del Milan è pesante. Io ho avuto la fortuna di indossarla, ero un giocatore normale ma aiutato da grandissimi campioni. Ci vuole un mix tra giovani ed esperti; ci vogliono giocatori come Zlatan Ibrahimovic che possano togliere ai giovani tutte quelle responsabilità. La battuta di Ibrahimovic su di me? Più che altro si è arrabbiata mia moglie, perché gli assist di Ibra sono solo 3. Mia moglie è semplicemente intervenuta per sottolineare il lavoro fatto da me".
"Su Ibrahimovic ancora decisivo nel Milan: "Sì e spero che lo possano aiutare a fare le differenza. Solo lui non è semplice, spero gli mettano accanto giocatori all'altezza che possano aiutarlo e giovani che capiscono come portare la maglia del Milan in giro per il campo".
"Su Filippo Inzaghi: "A Pippo voglio un bene incredibile. Uno dei più grandi allenatori/giocatori; una persona meravigliosa. Io avevo la fortuna di sedermi sempre vicino a lui quando eravamo a tavola, mi sentivo sempre a Disneyland".
"Su Massimiliano Allegri: "Era bravo. Quando è arrivato al Milan era molto giovane, adesso ha una maturità tale che gli permetterà di far bene dappertutto. Allenatore vincente che sa gestire il gruppo e leggere le partite".
"Su Paolo Maldini: "Io ho un debole per queste persone, sono icone! Spero che proprietà e giocatori capiscano di avere la fortuna di avere Paolo Maldini. Da giocatore pagherei per vedere/ascoltare Maldini ed averlo vicino. Quando ero al Milan e venne a parlarci Franco Baresi io potevo svenire, non mi sembrava vero. Quando giocavo contro il Milan chiesi la maglia a Maldini, e io difficilmente la chiedevo, ora la custodisco come un cimelio. Io uno come Paolo Maldini lo terrei sempre!".
"Su cosa sognava da piccolo: "Arrivare in Serie A e in Nazionale, ho raggiunto i miei sogni. I sogni di oggi? Veder crescere i miei figli in salute sperando di saperli insegnare quello che mio padre ha insegnato a me. A livello di carriera spero di raggiungere quello che mi meriterò eventualmente di raggiungere".
"Su cosa avrebbe fatto se non avesse fatto il calciatore: "Non lo so onestamente. Il Piano B secondo me l'avevano i miei genitori".
"Su quando ha realizzato che avrebbe fatto il calciatore: "Mai. Non mi sono mai sentito un calciatore ma un apprendista calciatore. Per me i calciatori sono altri, sono gli Inzaghi o gli Alessandro Nesta. Sicuramente farò anche così da allenatore. Se mi fossi chiamato Nocerinho avrei avuto qualcosa in più? Può essere ma alla fine non mi interessa, preferisco essere sempre me stesso ed avere ciò che ho".
"Su amicizia e riconoscenza nel calcio: "Amicizia forse sì, riconoscenza no. Secondo me dipende dalle persone: la riconoscenza puoi averla dai grandi, ovvero da quei campioni che prima di tutto però sono uomini veri".
"Sulla situazione Lega Calcio-AIC in merito al taglio degli stipendi: "Io ho una mia idea. Penso che ognuno debba fare la propria parte ma sempre in comune accordo".
"Su un giocatore per lui fortissimo: "Joao Pedro quando arrivò a Palermo. Era forte e si vedeva. In quel momento lì forse gli è mancata un pizzico di pazienza".
"Sul Nocerino di oggi al Milan: "Ci sono giocatori anche più forti, non saprei".
"Sul suo possibile ritorno al Milan da allenatore: "Penso che allenare il Milan non sia facile. In questo momento della mia vita professionale non devo pensare ai mi piacerebbe, le cose me le voglio meritare e sudare. Se un giorno sarò mai all'altezza per me e per chi eventualmente lo deciderà, lo sarò. Ho ambizione e spero di arrivare il più in alto possibile".
"Chiusura con un saluto ai tifosi del Diavolo: "Certo. Vorrei dir loro che li porto sempre nel cuore. Spero che loro e le rispettive famiglie stiano bene e spero un giorno di riabbracciarli". LEGGI QUI L'INTERVISTA COMPLETA AD ADRIANO GALLIANI >>>
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