Nuovo Stadio Milan, le parole di Sala in consiglio comunale
—"Al punto in cui siamo, io penso e spero che i cittadini milanesi non siano interessati ad assistere a scontri tra fazioni ideologiche, ma che vogliano una soluzione pragmatica dalla politica milanese che garantisca che Inter e Milan restino a giocare nell’area di San Siro. Perché lì c’è la storia del calcio milanese, perché lì sono abituati a recarsi. Credo che i milanesi vogliano questo e i milanesi ci giudicheranno su questo. Garantire che le squadre rimangano nell’area di San Siro significa non avere preclusioni per partito preso, ma concentrarsi su come ottenere il miglior risultato possibile stante la realtà fattuale delle cose. Non avendo affrontato a cuor leggero questa situazione, tutte le mie riflessioni partono dalla realtà fattuale. A mio parere la realtà fattuale delle cose è che Inter e Milan sono interessate ora ad acquistare lo stadio e l’area circostante per costruire un nuovo stadio con un distretto commerciale e sportivo che lo circondi e che renda economicamente sostenibile il progetto globale. Questa è la realtà fattuale delle cose".
"Questa è l’opzione più gradita per noi? Conta relativamente, essendo evidenti gli sforzi che abbiamo fatto dall’inizio per convincere i due club a ristrutturare l’attuale stadio. Ma se far politica vuol dire rilanciare all’infinito le proprie idee senza curarsi della loro realizzabilità, personalmente questo non è lo stile che ho voluto adottare in questo ruolo. Compito nostro ora è garantire che l’operazione che si sta prefigurando sia improntata al perseguimento dell’interesse pubblico che deve fare i conti con la sostenibilità economica di chi è proprietario delle due squadre milanesi".
"Milan e Inter sono operatori particolari"
—Sulla ristrutturazione: "Torno sul tema della ristrutturazione dello stadio. Il consiglio ha invitato ad insistere su questa via, ma purtroppo, come tutti hanno visto, non ha trovato un concreto interesse da parte dei club. Vorrei essere chiaro: la questione dello stadio è complessa anche e soprattutto perché le squadre sono operatori particolari, che agiscono in regime di monopolio. Se le squadre non vogliono ristrutturare, noi non possiamo obbligarle a farlo. Possiamo provarci, ma non è detto che ci si riesca. Il fatto che noi non possiamo obbligarle a farre qualcosa di cui non sono convinte si è ben compresa l’anno scorso. Quando la sovrintendenza si è espressa del favore di un vincolo culturale su alcuni elementi della struttura. Ricordo a tutti come hanno reagito le squadre, con l’intenzione di andarsene e aprendo procedimenti in altre aree come San Donato e Rozzano".
"È obiettivamente critico pensare a San Siro senza le due squadre. Inoltre da un punto di vista urbanistico e ambientale è molto più sensato mantenere lo stadio su un’area già urbanizzata piuttosto che costruire due stadi nuovi su aree tendenzialmente verdi e da infrastrutturare. A meno che qualcuno di voi possa immaginare che se noi facessimo muro i due club rinuncerebbero alla costruzione di uno o due stadi altrove. Dico di più, commetto un errore quando dico di uno o due stadi. Le due squadre non hanno mai manifestato la volontà di stare su un unico stadio se non a San Siro. L’Inter non ha dato la sua disponibilità a San Donto né il Milan a Rozzano. Quindi o lo stadio a San Siro o due stadi in aree tendenzialmente verdi". LEGGI ANCHE: Milan, ci vogliono undici Reijnders in questa squadra: ecco tutti i motivi
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