"Milan e Inter sono operatori particolari"
—Sulla ristrutturazione: "Torno sul tema della ristrutturazione dello stadio. Il consiglio ha invitato ad insistere su questa via, ma purtroppo, come tutti hanno visto, non ha trovato un concreto interesse da parte dei club. Vorrei essere chiaro: la questione dello stadio è complessa anche e soprattutto perché le squadre sono operatori particolari, che agiscono in regime di monopolio. Se le squadre non vogliono ristrutturare, noi non possiamo obbligarle a farlo. Possiamo provarci, ma non è detto che ci si riesca. Il fatto che noi non possiamo obbligarle a farre qualcosa di cui non sono convinte si è ben compresa l’anno scorso. Quando la sovrintendenza si è espressa del favore di un vincolo culturale su alcuni elementi della struttura. Ricordo a tutti come hanno reagito le squadre, con l’intenzione di andarsene e aprendo procedimenti in altre aree come San Donato e Rozzano".
"È obiettivamente critico pensare a San Siro senza le due squadre. Inoltre da un punto di vista urbanistico e ambientale è molto più sensato mantenere lo stadio su un’area già urbanizzata piuttosto che costruire due stadi nuovi su aree tendenzialmente verdi e da infrastrutturare. A meno che qualcuno di voi possa immaginare che se noi facessimo muro i due club rinuncerebbero alla costruzione di uno o due stadi altrove. Dico di più, commetto un errore quando dico di uno o due stadi. Le due squadre non hanno mai manifestato la volontà di stare su un unico stadio se non a San Siro. L’Inter non ha dato la sua disponibilità a San Donto né il Milan a Rozzano. Quindi o lo stadio a San Siro o due stadi in aree tendenzialmente verdi". LEGGI ANCHE: Milan, ci vogliono undici Reijnders in questa squadra: ecco tutti i motivi
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