Sulla soggettività del VAR: "VAR? E’ soggettivo perché decide un uomo, ma la tecnologia ci aiuta a sbagliare di meno. E’ difficile perché si è chiusi in una stanza a chilometri di distanza non avendo l’intensità di eventuali situazioni e facendolo in maniera oggettiva attraverso le immagini. Abbiamo iniziato un lavoro per aumentare la qualità dei varisticon programmi dedicati per far capire esattamente cosa significa prendere una decisione importante. E’ un percorso nuovo perché arbitro e Var sono complementari ma con strade diverse".
"Noi cerchiamo di arrivare alla perfezione, ma probabilmente non ci arriveremo mai. Il calcio è fatto anche di questa dialettica, fa parte del fenomeno calcistico quello di dover analizzare una partita sotto angoli diversi. Stiamo lavorando per trovare strade che ci diano la possibilità di sbagliare di meno, ma l’errore ci sarà sempre".
Sulla possibilità che gli arbitri parlino dopo le partite: "Far parlare gli arbitri dopo le partite? Scatenerebbe ulteriori polemiche. Ci dobbiamo pensare bene perché non vorrei che invece di risolverli, i problemi, si amplifichino".
Sugli obiettivi per il nuovo anno: "Diminuire gli episodi di violenza, poi il reclutamento, perché dobbiamo recuperare il gap post pandemia, e una cosa che mi piacerebbe fare è aumentare la comunicazione, vorremmo far vedere la parte vera degli arbitri che si mettono in gioco e danno la possibilità di svolgersi regolarmente alle gare". LEGGI ANCHE: Mercato Milan, le ultime news su Drăgușin e Álex Jiménez >>>
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