Su Kevin Zeroli: “Kevin ha la fortuna di poter esprimere il suo talento in una società vicina a casa sua. Questo è una grandissima fortuna, nel senso che non ha dovuto staccarsi dalla famiglia. Questo ti permette di crescere ad un ritmo più compatibile con quella che è la nostra cultura. Lo rappresento da tempo e ho vissuto questo cambiamento: mi piace tanto perché all’inizio era proprio un ragazzino, ma ora non lo è più, è diventato un uomo da un giorno all’altro. E ha potuto farlo con serenità. Per me Kevin è un ragazzo pronto. Lui viene da una famiglia non calcistica e tante cose che vive sono nuove. I genitori lo vedono molto normale, quindi hanno reazioni da genitori, proteggendolo”.
Su Mino Raiola: “Le trattative più difficili le ho avute con Mino quando ho dovuto convincerlo a fare qualcosa che non voleva. Ci volevano sgridate, porte che sbattono, minacce. Una volta voleva comprare una società di calcio. Gli ho detto: ‘La compri ed è l’ultimo giorno che mi vedi’. Non è il nostro lavoro e non lo sappiamo fare. Non era per noi e soprattutto non era per Mino”. LEGGI ANCHE: Europa League, ecco le possibile avversarie del Milan agli ottavi >>>
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