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Cesare Prandelli, ex allenatore del Genoa (credits: GETTY images)
Intervistato dai microfoni di Radio Anch'io lo Sport su RaiRadio1, Cesare Prandelli ha parlato del suo futuro che sembra lontano dalla panchina. "La passione rimane, una grande passione. Sto molto bene, tutto il resto passa. Un po’ di richieste arrivano sempre, ma al momento la panchina che sto sognando è quella in un parco con i miei nipotini per godermi la vita con loro. Basta allenare".
L'ormai ex allenatore ha poi continuato, rispondendo a varie domande, una delle quali riguardo i problemi della Nazionale Italiana. "Mi sembra di essere tornato nel 2010, sempre gli stessi argomenti. Secondo me c’è da prendere in mano la situazione e la Federazione deve trovare dei correttivi. Fino ai 19 anni siamo competitivi nelle competizioni internazionali. Poi, dopo, la maggior parte di questi giocatori si perdono. Le grandi squadre scelgono giocatori stranieri oppure sentono più la pressione. La nostra proposta ai tempi era di creare l’Under 21 che possa giocare in Serie B, bisogna dare continuità di lavoro a questi ragazzi".
Sul Napoli capolista, invece, Prandelli ha risposto così. "Spalletti è sempre stato molto bravo. Quest'anno sono stati bravissimi a capire che era il momento di cambiare. Mi ricordo le critiche per le cessioni, ma la loro bravura è stata quella di aver seguito le richieste dell'allenatore inserendo tre giocatori che erano stati indicati dal tecnico. Il problema è acquistare giocatori nei ruoli giusti. Potremmo fare tanti esempi, come il Torino. L'allenatore deve determinare il completamento dell'idea di squadra. Poi ci penseranno i dirigenti a prendere i calciatori in base alle possibilità del club, ma tutto ruota intorno alle scelte che fai all'inizio della stagione".
Infine, l'ex Commissario Tecnico ha concluso con un pensiero su Dusan Vlahovic, attaccante che ha potuto allenare durante il periodo alla Fiorentina. "I rigori si possono sbagliare, ma la reazione avuta dopo è da grande giocatore. E’ stato sfortunato in altre occasioni. E’ molto forte e la mia idea di valorizzare le qualità di un attaccante è determinante. Il suo problema secondo me è di squadra e nella capacità di metterlo nelle condizioni di segnare. I momenti difficili arrivano per tutti".
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