Pianeta Milan
I migliori video scelti dal nostro canale

INTERVISTE

Mbappé: “Berlusconi costruì il grande Milan che mi faceva sognare”

intervista Mbappé PSG AC Milan Berlusconi
Kylian Mbappé, attaccante del PSG, a 360° sul suo futuro, sull'addio di Lionel Messi e sui ricordi rossoneri a 'La Gazzetta dello Sport'
Daniele Triolo Redattore 

Kylian Mbappé, attaccante del PSG, ha parlato in esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Ecco, dunque, le dichiarazioni del fuoriclasse francese, classe 1998.

PSG, Mbappé si racconta alla 'rosea': ecco l'esclusiva

—  

Sui 'rumors' di mercato in merito al suo mancato rinnovo di contratto con il PSG: "Non ho chiesto né di essere ceduto, né di andare al Real Madrid. Ho solo confermato di non voler attivare l’anno in più previsto nel contratto. Con il PSG non abbiamo mai parlato di rinnovo, ma sono felice di restare qui la prossima stagione”.


Sul bilancio della stagione 2022-2023 con il PSG: "Ai massimi livelli, per un agonista come me, l’obiettivo è di vincere tutti i titoli. Sapevamo che c’erano carenze che prima o poi si finisce per pagare. Bisogna imparare dagli errori di ogni stagione, per non ripeterli ogni volta: non sono parole a vanvera. Individualmente, invece, da qualche anno mi mantengo a livelli elevati: voglio continuare a progredire per rimanere sempre al top".

Sulla Francia ripartita dopo il k.o. in finale mondiale e il paragone con il PSG che perde le sue stelle: "Nazionale e club sono situazioni diverse. In Francia abbiamo la fortuna di avere un vivaio di talenti incredibile, così quando un giocatore importante smette, c’è chi può compensare. Questo ci ha permesso di lasciarci alle spalle la finale persa con l’Argentina. Siamo delusi, ma abbiamo davanti un ciclo di quattro anni: lavorando bene possiamo fare grandi cose all’Europeo, in Nations League o al Mondiale 2026. Nel PSG ci sono altre problematiche da club, è tutta un’altra cosa".

Su Lionel Messi che andrà via dal PSG: "Stiamo parlando potenzialmente del miglior giocatore della storia del calcio. Non è mai una buona notizia quando uno come Messi se ne va. Personalmente non ho ben capito perché tanta gente fosse così sollevata dal fatto che se ne fosse andato. Parliamo di Messi: va rispettato, e invece non ha avuto il rispetto che meritava in Francia. E’ un peccato, ma è andata così. Bisognerà fare quel che si può per sostituirlo".

Sull'ultima finale di Champions League tra Manchester City e Inter: "Da fan del Milan è difficile parlare bene dell’Inter, ma l’hanno preparata bene mettendo in difficoltà il City. Si è decisa sui dettagli. Purtroppo il calcio è così, ma l’Inter deve essere contenta della prestazione, e complimenti al City".

Sulla lezione che il PSG ha imparato dall'ultima edizione del torneo: "Tutti vogliono vincere la Champions, ma serve massima esigenza sempre, altrimenti c’è sempre una squadra che ti ricorda che non va dato nulla per scontato. Pochi pensavano che l’Inter potesse arrivare in finale e invece per poco non la vincono. Bisogna lavorare bene per essere migliori degli altri".

Su Messi e Cristiano Ronaldo in declino e l'era Mbappé-Erling Haaland che inizia: "Le cose vanno lette diversamente. Capita forse ogni cinquant’anni o più di avere due come Messi e Ronaldo a tali livelli così a lungo. Abbiamo vissuto un’epoca d’eccezione e spero che i tifosi ne abbiano approfittato. Ho avuto la fortuna di giocare contro Cristiano e poi contro e insieme a Leo: sono davvero speciali. Da loro ho imparato tanto, soprattutto con Messi in queste due stagioni. Hanno scritto la storia del calcio: sono eterni".

Su Fiorentina e Roma finite in finale nelle coppe europee: "Peccato per le sconfitte, ma è stato un bello spot per il vostro calcio. Fiorentina e Roma dimostrano che si può fare bene anche senza avere i grandi budget di PSG, Manchester City o altri big club europei. Così arrivano giocatori di qualità. Seguo la Serie A fin da bambino. Di certo Ronaldo ha portato nuova attenzione per un campionato sempre molto tattico, ma dove il livello generale si è alzato molto. Può essere l’inizio di un nuovo ciclo ascendente".

Su Silvio Berlusconi, scomparso lunedì mattina: "Le mie condoglianze ai suoi familiari. E’ una grande perdita per tutto il calcio, è stato un Presidente emblematico che costruì il grande Milan che mi faceva sognare da bambino. Spero i tifosi gli renderanno un omaggio all’altezza".

Su Zlatan Ibrahimović, con cui ha seguito a Parigi la finale del Roland Garros: "Lo apprezzo. In un mondo dove tutti ti adulano, lui ti dice sempre le cose in faccia. Abbiamo parlato soprattutto della sua nuova vita. È stato piacevole".

Sul razzismo nel mondo del calcio: da dove iniziare per debellarlo? "Da noi giocatori: dobbiamo uscire tutti dal campo e capire che abbiamo il potere di cambiare le cose. Se usciamo, si capirà che la situazione è grave. Con il PSG lo facemmo con il Basaksehir in Champions nel 2020 e la partita fu rigiocata. Lamentarsi non basta più. Con Vinicius c’è stata la mobilitazione della Federcalcio brasiliana, utile per mediatizzare. Nel 2023 non si può più permettere a una minoranza di rovinare il piacere del calcio: al di là dei soldi e della fama, giochiamo proprio per trasmettere ai tifosi il piacere di giocare e di vedere il calcio. Se ti trattano da scimmia, non hai più voglia di farlo. Certo, resterà sempre qualche razzista, ma serve più solidarietà tra i giocatori e non pensarci solo quando capita a te. Per Lukaku, i giocatori di Inter e Juve dovevano uscire: non c’è rivalità che tenga. Il razzismo va oltre il calcio. Anche le istituzioni devono cambiare: se sono lassiste, facilitano tali comportamenti. Vanno cambiate le regole. Da capitano della Francia sarà un tema su cui mi batterò. Serve svegliare le coscienze di tutti".

Sui ragazzi della sua associazione, InspiredByKM, che vanno nei musei e nei teatri: "È importante che capiscano in che mondo viviamo, per raccogliere la nostra eredità, costruirsi come persone di valore, per entrare nella vita attiva. Trasmettere cultura deve diventare la normalità. In due anni abbiamo fatto un bel percorso, anche grazie ai partner e alle tante persone che lavorano con me. Ma ho grandi progetti: d’estate li porterò in Canada e in Camerun, dove abbiamo costruito due scuole. Il calcio per me è passione e lavoro, ma quello che facciamo con l’associazione mi rende fiero come uomo: non ho voglia soltanto di incassare lo stipendio e restarmene a casa". Milan, Furlani tenta il colpo a centrocampo >>>

tutte le notizie di