Sul rinnovare la fiducia a Pioli: «Troppo presto per dirlo. Se il Milan arriva in finale e secondo in campionato, per me sì, è da riconfermare. Se lascia l’Inter andare a +20 ed esce dall’Europa contro squadre che non sono all’altezza di Liverpool o Bayer, giusto metterlo in discussione. La sensazione del fine ciclo appartiene più ai tifosi. I giocatori dimostrano di seguirlo, ultimamente hanno vinto grazie allo spirito di gruppo, per la forza dell’unione. E il gruppo si crea grazie all’allenatore. Poi determinano i risultati e Pioli lo sa meglio di tutti».
Sul subire tanti gol: «Stesso discorso di prima. Il disequilibrio è imputabile all’allenatore, però è anche chi va in campo che deve saper fare scelte migliori. Chi pensava che Pirlo diventasse così bravo a intercettare palloni avversari? O che riuscisse a farlo Calhanoglu? Sono Adli, Bennacer e Reijnders a dover fare un passo avanti. Ed è lo stesso motivo per cui in estate investirei prima di tutto a centrocampo. Tutte le squadre più forti d’Europa fanno la differenza lì. Rodri per il Manchester City ne è l’esempio perfetto».
Su Leao: «L’ho visto cresciuto nell’atteggiamento, ed è la base per migliorare in tutto il resto: per prima cosa, nel trovare di più la porta. Con lui spesso sono stato critico, è stato considerato campione troppo presto e invece ancora non lo è. Gli riconosco però un’attitudine diversa, più incline al sacrificio. E con la voglia di imparare può davvero avvicinarsi ai grandi». LEGGI ANCHE: Calciomercato Milan - Attaccante pronto? Si punta a un vecchio pallino
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