Flavio Roma, ex portiere del Milan e oggi allenatore dei portieri, vive a Montecarlo. Un paio di stagioni fa, Roma è stato parte del Milan, la squadra con cui ha vinto lo scudetto nel 2011, sebbene da terzo portiere. Oggi, ripercorre con nostalgia e serenità il suo percorso calcistico, tra successi, aneddoti e qualche rimpianto.
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INTERVISTE
Flavio Roma (ex Milan): “La lite Ibra-Onyewu fu una rissa improvvisa”
Durante una recente intervista, come riporta la Gazzetta dello sport, l’ex portiere ha ricordato alcuni dei momenti più intensi vissuti in carriera, come quello legato alla famosa lite tra Zlatan Ibrahimovic e Oguchi Onyewu, che sconvolse gli allenamenti a Milanello. “Era una partitella su campo esterno, un semplice tackle che poi si trasformò in due spintoni e una vera rissa”, racconta Roma. “Fu una cosa improvvisa. In quel momento avevano entrambi la luna di traverso e la situazione degenerò, ma fortunatamente finì lì”.
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Roma ha anche parlato di come la sua carriera non sia mai stata realmente legata all’Inter. “Forse dopo la finale di Champions, ma erano solo chiacchiere”, afferma l’ex portiere, sottolineando che non ci fu mai una trattativa concreta per vestirsi di nerazzurro.
Un altro episodio che Roma ha voluto ricordare è la dichiarazione di Giovanni Galli nel 2001, che lo aveva definito l’erede di Francesco Toldo. “Giovanni mi stimava molto”, racconta con gratitudine. “Ho avuto la ‘sfortuna’ di nascere in un’epoca di portieri irripetibile. Buffon, Toldo, Peruzzi, Marchegiani, Pagliuca, De Sanctis, Pelizzoli… tutti grandi portieri”. Ma, come ammette con un sorriso, il suo più grande rimpianto rimane quello di non aver mai partecipato al Mondiale del 2006. “Se non fosse stato per quell’infortunio all’adduttore contro l’Irlanda nel 2005, probabilmente avrei fatto parte della spedizione di Lippi”, confessa con un pizzico di rammarico.
Oggi, Flavio Roma continua a lavorare nel mondo del calcio, guidando le nuove generazioni di portieri. La sua carriera, segnata da momenti di gloria e qualche occasione persa, resta comunque una testimonianza di dedizione e passione per il gioco, con un occhio sempre rivolto al futuro. LEGGI ANCHE: Milan, Morata: altra bocciatura. Un chiaro segnale. Basta il mercato?>>>
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